Chico Buarque (1978)

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Description





Il Brasile del 1978: sintesi del contesto socio-politico del Paese
Nel pieno del periodo della dittatura militare (1964-1985), il Brasile vive una dura realtà sociale e politica. Nel paese si assiste ad una forte espansione del settore industriale senza che questo sviluppo diffonda i suoi benefici tra gli strati sociali più bassi. In particolare il settore della costruzione, che impiega una buona parte della popolazione attiva del paese, beneficia di incentivi di credito alla costruzione promossi dal Banco Nacional de Habitação destinati ad agevolare le iniziative private di chi volesse costruire per suo conto la propria abitazione (si ricordi che il Brasile attraversa già dagli anni 60 seri problemi nella gestione di una profonda povertà diffusa tra gran parte della popolazione nazionale, quando l’alimentazione e l’abitazione erano bisogni ancora non soddisfati, e che aveva portato alla creazione dei quartieri di abitazioni sociali – favelas – generando gli “effetti secondari indesiderati”: la concentrazione di delinquenza e criminalità di difficile controllo, ancora oggi rimaste). Tali crediti erano utilizzati soprattutto dalla classe medio-alta brasiliana. Nell’edilizia era impiegata una buona parte della popolazione attiva, ma i bassi livelli salariali trasferivano cosi ulteriormente il costo della crescita del settore sulla popolazione delle classi basse che esso impiegava operativamente. Inoltre le condizioni lavorative del settore erano particolarmente cattive. I numeri a riguardo, spesso imprecisi poiché buona parte degli incidenti sul lavoro non venivano registrati, parlano comunque, solo nello Stato di San Paolo – la regione più industrializzata del paese – di 780 mila incidenti sul lavoro, nel 1974, (considerati soltanto i casi registrati) coinvolgendo circa un quarto della popolazione attiva.

Titolo: Chico Buarque: Omonimo

Lingua: PORTOGHESE

Anno: 6 marzo 1978

Genere: MPB, Pagode, Bossa Nova, Samba.

Etichetta: Philips

Durata: 33:14




01.Feijoada completa 2:49


02.Cálice (Participação vocal: Milton Nascimento) 4:00


03.Trocando em miúdos 2:50


04.O meu amor (com Marieta Severo e Elba Ramalho) 3:15


05.Homenagem ao malandro 2.58


06.Até o fim 2:23


07.Pedaço de mim (Participação vocal: Zizi Possi) 3.14


08.Pivete 2.26


09.Pequeña serenata diurna 2:20


10.Tanto mar 1:52


11.Apesar de você 3.50


Nessuno è mai riuscito a criticare questo Cd, non rappresenta infatti una tematica, non è nemmeno un Cd poetico tantomeno melodico. Il Cd rappresenta una specie di mosaico che ritrae il lavoro di Chico in varie forme e fasi.
Curisità riguardo il CD:
Chico torna in Brasile nel 1970 e sfrutta la sua fama e la sua abilità di compositore per protestare contro la dittatura. Il suo brano Apesar de Você (Nonostante tu) sfugge in qualche modo alle maglie della censura e, con la sua appena velata polemica, diventa l'inno del movimento democratico. Il singolo fu ritirato dal mercato dopo aver venduto circa centomila copie.


Chico Buarque


Francisco “Chico” Buarque de Hollanda è nato il 19 luglio 1944 a Rio de Janeiro, figlio di Sérgio Buarque de Hollanda e di Maria Amélia, pianista dilettante.
A due anni si è trasferito a San Paolo con la famiglia. In casa Buarque si ascoltava molto la radio e il piccolo Francisco precocemente ha maturato una vera e propria passione per la musica. Ha frequentato il ginnasio e il liceo scientifico nel collegio Santa Cruz, dove si è distinto per l’abilità nel calcio e per le sue cronache scritte per il giornalino della scuola. Proprio in quel collegio è salito per la prima volta su un palco, cantando una Sua canzone durante uno spettacolo di Bossa Nova. Dopo il liceo lo troviamo iscritto alla facoltà di Architettura e Urbanistica dell’Università di San Paolo. Sono questi gli anni della crescita musicale del giovane Chico che ascolta Noel Rosa, Dorival Caymmi, Ataulfo Alves, Ismael Silva, Nélson Cavaquinho e Vinicius de Moraes e soprattutto João Gilberto. Nel 1964 scrive “Sonho de um Carnaval”, presentata ad un festival televisivo di San Paolo, che lo fa conoscere come compositore, permettendogli di giungere al programma “O fino da Bossa”. Il primo singolo, il Suo primo 45 giri!, è stato “Olê, Olá” e “Madalena foi pro mar” che in seguito apparvero nel suo primo 33 giri “Chico Buarque de Hollanda”. Proprio in questo disco c’è la canzone “Pedro Pedreiro” che ha inaugurato in un certo senso il filone sociale della musica di Chico Buarque. Nel 1966 lo troviamo come compositore al secondo Festival della Musica Popolare Brasiliana, con il brano vittorioso di quell’edizione, “A banda”, che sancisce di fatto la Sua consacrazione. Chico Buarque è diventato ben presto il punto di incontro tra la Bossa Nova e la vecchia tradizione della canzone brasiliana, una “sorta” di gloria nazionale per gli appassionati di musica di tutte le età. Ma il successo non ha mai fermato la sua evoluzione e soprattutto non lo ha mai inchiodato ai dettami dell’industria discografica. Infatti nel 1967, l’anno seguente, ha scritto e rappresentato una piéce teatrale che ha scatenato l’ira dei tradizionalisti e la violenza di un gruppo di estrema destra che ha invaso il teatro, distrutto la scenografia e aggredito gli attori. Ma anche gli elementi più reazionari si son dovuti rassegnare: Chico Buarque de Hollanda non è mai sceso a compromessi né sulla sua attività artistica, né tantomeno nella sua vita privata. Alcune sue canzoni appartengono al filone del facile ascolto e sono acclamate da un pubblico eterogeneo, il quale, forse non ha mai gradito i pugni nello stomaco come ad esempio “Funeral de um lavorador” e soprattutto non gli ha mai perdonato di convivere al di fuori del matrimonio con l’attrice Marieta Severo. Nel 1968 ha lasciato il Brasile con l’intenzione di soggiornare per alcuni mesi in Italia al fine di farsi conoscere dal pubblico europeo. E’ rimasto più di un anno, in una specie di esilio ed è in Italia che nel marzo del 1969 è nata la sua prima figlia Silvia. Tornato in Brasile nel 1970 con un’idea ben precisa di ciò che sarebbe stata la sua produzione futura. Niente più lirismo nostalgico, ma testi in grado di raccontare la vita dura della gente comune, soprattutto la più povera, quella che nessuno cantava. Il primo successo di questa fase è stato “Apesar de você”, brano che è rimasto a lungo intrappolato nelle maglie della censura. L’anno seguente ha inciso l’album “Construção”. Il brano omonimo, contenuto nel disco, parla di un muratore che cade da un’impalcatura disturbando il traffico, tema decisamente antipatico alle commissioni di censura visto che una decina di anni prima in Italia aveva causato l’allontanamento di Dario Fo e Franca Rame dalla televisione di stato. Chico Buarque aveva già intuito che sarebbe stato opportuno procurarsi qualche mezzo d’espressione di riserva, casomai la sua produzione canora fosse stata censurata. Si è cimentato come attore nel film “Quando o Carnaval chegar” di Cacá Diegues ed ha composto la colonna sonora di “Vai trabalhar, vagabundo” di Hugo Carvana. Con Ruy Guerra ha scritto il brano “O Elogio da Traição” che è stato subito censurato. Nel 1975 ha festeggiato i dieci anni di carriera insieme con Maria Bethânia, con uno spettacolo che è stato registrato e inciso su disco. Anche in questo caso intervenne la censura a proibire l’incisione di “Tanto mar” che celebrava la rivoluzione portoghese dei garofani. Da lì in avanti Chico Buarque è diventato sempre più un artista multiforme, scrivendo brani teatrali come “Opera do Malandro” che nel 1978 vinse il premio Moliere, incidendo dischi sempre caratterizzati da una profonda denuncia delle ingiustizie sociali e perciò sempre esposti al vento della polemica, affermandosi anche nell’attività letteraria dapprima con “Il cappellino giallo” e poi col romanzo “Disturbo”. Oggi a più di sessant’anni Chico Buarque de Hollanda è ancora in piena forma artistica, non risentendo affatto di alcun tipo di logorio o perdita di ispirazione. Seguita a scrivere canzoni, romanzi e opere teatrali, con quel tocco, il Suo tocco Poetico e Civile, romantico e trasognato, onirico e reale al contempo. Credo che Chico Buarque de Hollanda stia alla canzone brasiliana come Fabrizio De Andrè alla canzone Italiana. Suonano vivi i Suoi inni di vita, musica e poesia civile.


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