DAN SIMMONS – LA SCOMPARSA DELL’EREBUS
Dettagli:
Autore: Dan Simmons
Titolo: La scomparsa dell'Erebus
Titolo originale: The terror
Anno: 2007
Editore: Mondadori
Lingua: italiano
Traduzione: G. L. Staffilano
Pagine: 792
Genere: horror, fantasy
Dimensione: 4.65 mb
Formato: Pdf - Epub - Mobi - Odt
Info: con indice interattivo
Trama:
Il romanzo - con rispetto per le fonti storiche e le testimonianze raccolte e documentate dagli studiosi nel corso degli anni - ricostruisce accuratamente gli eventi che circondano l'ultimo viaggio compiuto dal comandante inglese sir John Franklin, che nel 1845 salpò al comando di due navi della Marina Britannica, l'ammiraglia Erebus e la Terror, vascelli già reduci di importanti imprese nell'Antartide, ed ora ulteriormente ed appositamente equipaggiati per affrontare i rigori dell'inverno artico, con a bordo un equipaggio di complessivi 129 uomini tra ufficiali, marinai e specialisti civili. La missione di sir John Franklin era quella di proseguire nella ricerca ed esplorazione del cosiddetto Passaggio a Nord-Ovest. La spedizione non ebbe successo. Né le navi, né alcun superstite dell'equipaggio fu mai ritrovato dalle molte spedizioni di salvataggio intraprese negli anni successivi al 1849: mai si sono potuti ricostruire, se non parzialmente, i dettagli della tragedia.
Dopo la morte dello stesso capo spedizione - sir John Franklin perì infatti nel giugno del 1846 e fu sepolto sulle coste occidentali dell'isola nota come Terra di Re Guglielmo - e dopo aver abbandonato le navi, rimaste incagliate per oltre due anni consecutivi nel ghiaccio a nord ovest della medesima isola, prima del disgelo dell'estate del 1848 i sopravvissuti dell'equipaggio hanno intrapreso un disperato cammino sulla banchisa e poi sulla terraferma, per spingersi a sud e arrivare prima dell'inverno nel territorio canadese. Ma durante quel viaggio interminabile, scomparvero per sempre, la maggior parte di loro senza lasciare traccia.
L'autore del romanzo immagina ed arricchisce tutte le parti rimaste inspiegate e prive di documentazione, ricostruendo così tutti i dettagli della lunga e sfortunata vicenda, e gli ultimi anni di vita degli uomini dell'equipaggio, con particolare attenzione al destino di alcuni di loro, tra cui il capitano irlandese Francis Crozier, comandante della Terror, che dopo la morte di sir John assunse il comando della spedizione.
La narrazione segue con cura tutte le fasi della progressiva discesa agli inferi vissuta dall'equipaggio, costretti a combattere con i rigori di un clima avverso e con le conseguenze terribili dell'azione del freddo estremo sul corpo umano, con la difficoltà di razionare combustibili ed alimenti, con il progressivo propagarsi dello sfinimento psico-fisico e delle malattie (tra cui lo scorbuto ed il botulismo), con il malcontento, la paura e gli inevitabili tentativi di ammutinamento.
Ma oltre a tutto ciò, in quelle terre desolate ed inospitali, durante le interminabili ore della notte invernale artica, gli uomini delle due navi si devono confrontare con una realtà inattesa e spaventosa. In quei territori estremi, dove l'uomo bianco è sostanzialmente un estraneo, in mezzo alle poche altre creature note (come gli orsi polari), si aggira anche un esemplare di predatore misterioso, ignoto alla scienza, una belva di grandi dimensioni solo parzialmente simile ad un orso, ma molte volte più grande, dotato di una voracità inesauribile e di un'intelligenza superiore. Questa creatura dei ghiacci dal mimetico mantello bianco inizia a sbranare uno ad uno gli uomini delle navi, tenendosi perennemente in agguato nel buio dei ghiacci, pronto a ghermire nei momenti più inattesi le vittime rimaste incautamente sole o isolate. E ben presto comincia ad aprirsi un varco per cercare di introdursi anche all'interno delle stive delle navi bloccate.
Il capitano Crozier combatte contro questa realtà avversa senza lasciare che la disperazione abbia il sopravvento, ben consapevole però che la battaglia per la sopravvivenza sua e del suo sfortunato equipaggio ha probabilità di successo sempre più scarse. Man mano che le vittime aumentano, l'uomo comprende di dover affrontare un segreto che va oltre la sua comprensione umana, un segreto a mala pena compreso e custodito dalla popolazione esquimese che vive in quelle lande, che ne ha fatto parte dalla propria religione e della propria mitologia. Gli indigeni hanno imparato a venerare e temere le proprie impietose e feroci divinità, in particolare il mostruoso ed implacabile Tuunbaq, il Dio che Cammina.
Biografia dell’autore:
Dan Simmons è nato nella cittadina di Peoria nel 1948 e cresciuto poi in varie città e paesi del Midwest, inclusa Brimfield che sarà poi ripresa a modello per la città immaginaria "Elm Haven" che appare nei romanzi L'estate della paura e L'inverno della paura.
Dan ha conseguito un Bachelor of Arts in lettere presso il Wabash College nel 1970, vincendo tra l'altro anche un premio nazionale di giornalismo (il Phi Beta Kappa Award). I suoi studi sono poi proseguiti alla Washington University di St. Louis dove ha ottenuto un Master of Education nel 1971. Ha quindi lavorato nel settore dell'educazione elementare per molti tempo: 2 anni in Missouri, 2 anni a Buffalo e 14 anni in Colorado, dove è stato anche insegnante in una scuola destinata a ragazzi dotati di quoziente intellettivo superiore alla media.
La sua prima opera è stata pubblicata il 15 febbraio 1982, incidentalmente proprio il giorno in cui è nata sua figlia (Jane Kathryn). È però solamente nel 1987 che diventa uno scrittore a tempo pieno abbandonando quindi l'attività di insegnamento.
Attualmente vive con la moglie, Karen, nella zona del Colorado Front Range. Per scrivere solitamente si rifugia nella sua casa di montagna alla base del Continental Divide a 8.400 piedi di altitudine, appena più a sud del parco nazionale delle Montagne Rocciose. A guardia della casa c'è un scultura dello Shrike - una sorta di mostro meccanico che appare nei Canti di Hyperion - alta oltre 2 metri.
Nel 1995 il Wabash College gli ha attribuito un dottorato ad honorem per il suo contributo all'educazione e alla scrittura.
Nei molti generi letterari in cui ha saputo cimentarsi, ma soprattutto nel campo dell'horror, Simmons ha saputo allontanarsi dagli schemi narrativi dominanti nei romanzi dei suoi contemporanei (in particolar modo a non rimanere influenzato dai temi e dall'approccio narrativo caratteristico di Stephen King). Esemplare, in questo senso, la visione iperealistica e sociologica con cui viene rivisitato il tema dei vampiri in I figli della paura, oppure l'accostamento colto, intriso di citazioni letterarie e di allegorie, con cui si racconta di sovrumani poteri mentali in Gli uomini vuoti o in Danza macabra.
Il ponderoso L'estate della paura invece sembra affrontare, in modo inconsueto, un tema non lontano da quello sviluppato in uno dei più celebri romanzi di King, It, mentre traggono spunto da folclore e religioni esotiche sia Vulcano, ambientato alle isole Hawaii, sia Il canto di Kali, che si svolge in una torbida e infernale, ma proprio per questo indimenticabile, Calcutta.
Non sono mancati omaggi alla poesia ed alla letteratura, come nei casi di Il grande amante, dedicato alle trincee della prima guerra mondiale ed ai molti giovani artisti che vi hanno trovato una morte prematura, e The Crook Factory, ispirato alla figura di Ernest Hemingway, inedito in Italia.
Simmons ha inoltre costruito una serie di romanzi di genere thriller e hard boiled intorno ad un personaggio spregiudicato e molto violento, Joe Kurtz, protagonista della trilogia composta da Hardcase - Un caso difficile, Hard Freeze - Un caso glaciale e Hard as Nails - Un caso d'acciaio.
Sebbene le storie di Simmons abbiano interessato, con lo stile colto e accurato che contraddistingue questo narratore, quasi tutti i generi narrativi popolari, nessuno dei suoi romanzi è stato finora utilizzato come soggetto per opere cinematografiche.
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