DREAMSONGS
FROM MIDDLE EARTH
Par Lindh & Bjorn Johansson
Titolo: Dreamsongs from Midlle Earth
Anno: 2004
Genere: Rock Sinfonico
Etichetta: Crimsonic
Lossy Mp3 256 Kbps
Dimensione Album: 120 MB
1. Dream One — 5:19
2. Dream Two — 6:04
3. Dream Three — 4:18
4. Dream Four — 11:22
5. Dream Five — 7:18
6. Dream Six — 8:28
7. Dream Seven — 5:32
8. Dream Eight — 3:11
9. Dream Nine — 3:54
10. Dream Ten (Finale) — 8:07
total time 63:38
Crimsonic (CLSCD108)
Sweden 2004
Pär Lindh is a founding member of the Swedish symphonic prog group Pär Lindh Project.
Before turning to working in a band Pär had several careers: church organist, as a touring classical pianist, as a solo harpsichordist, as drummer, as
Hammond organist, as jazz & ragtime entertainer etc. During 1977 and 1978 he played in Antenna Baroque and Vincebus Erupturn, but he decided to leave the
rockscene in 1979 to become a classical player. He moved to France to continue this career. In 1989 he returned to Sweden determined to once again take up
the banner of progressive rock.
In 1991 Pär Lindh and friends started The Swedish Art Rock Society.[1] This festival was a startingpoint for a new wave of progressiv-rock and art-rock.
During this period Pär, alongside Jocke Ramsell and Magdalena Hagberg who sadly past away in 2007, made his first record with the Crimsonic Label, 'Gothic
Impressions'.
Pär continued working with Ramsell and Hagberg, and together with Nisse Bielfeld and Marcus Jäderholm, they formed Pär Lindh Project. In 1996 the concept
album 'Bilbo' was released, inspired by J.R.R. Tolkiens first book The Hobbit. PLP headlined the 1997 Rio Art Rock Festival and played other dates in Brazil
and Argentina. Late 1997 saw the release of Mundus Incompertus.
PLP are always received well on tour, and have won several prizes for "Best band of festival".1 After the summer 2000 tour PLP continued as the trio
Magdalena, Nisse and Pär to record PLP's third album Veni Vidi Vici. In 2002 the band suffered a setback due to illness. However, they did a strong return in
2004, and started recording a new album. In 2009,Pär wanted to start a new band with some teenagers from the area. The bands name became "The Willburgers".
Torna a colpire l’affiatato duo svedese con un nuovo album ambientato ancora una volta nei magici mondi creati da J.R.R. Tolkien, e bisogna dire che dopo il
recente successo dei film di Peter Jackson l’operazione torna proprio bene! Dopo “lo Hobbit” è la volta quindi de “Il Signore degli Anelli” al quale si
ispirano i dieci sogni strumentali musicati nel presente lavoro. La composizione dei pezzi che ci vengono ora proposti origina dal folle amore di età
adolescenziale di Pär Lindh per la saga dell’anello ed è giunta a completamento attualmente grazie all’apporto del compagno di avventure Björn Johansson. Va
poi sottolineato che una delle tracce in questione, la suite di circa 11 minuti, doveva essere originariamente pubblicata nel debutto solistico di Pär
“Gothic Impressions” ma poi fu scartata per la sua eccessiva lunghezza. Detto questo passiamo a commentare l’aspetto artistico del prodotto. Musicalmente
parlando troviamo un lavoro pressoché sovrapponibile in stile al delizioso “Bilbo”: abbiamo quindi graziosi quadretti bucolici dal sapore barocco con forti
richiami al folk e alla musica medievale. Gli episodi del libro non vengono visitati in maniera sistematica, così il nostro viaggio parte con Frodo che,
sulla nave salpata dai Porti Grigi, sogna la Contea. Le canzoni si susseguono da qui in poi con il ritmo dei sogni in maniera un po’ confusa, in un morbido
intreccio di ricordi ed esperienze. L’atmosfera che si respira è prevalentemente di profonda malinconia anche se non mancano fasi più tirate in cui la
tensione emotiva cresce sopra i livelli di guardia. Il suono degli strumenti è orgogliosamente ricco e datato, con un organo Emersoniano che la fa da padrone
nei momenti più concitati. Preziose anche le suggestioni sonore create da mandolini, clavicembalo, sitar, bouzoki, arpa, ottoni e dagli angelici cori
femminili. Difficile non pensare, non solo per via della tematica dell’album ma anche riguardo il feeling complessivo della musica, a Bo Hansson nel corso
dell’ascolto. Forse l’unico vero difetto di questo album è il fatto che, a lungo andare, si avverte un po’ un senso di stanchezza dovuto anche
all’impressione che le suggestioni sonore che si ricavano dall’ascolto non collimino molto con la descrizione delle ambientazioni del libro. O meglio:
globalmente l’ascoltatore si cala appieno nella Terra di Mezzo ma rimane difficile immedesimarsi nei singoli episodi narrativi. Un album che sembra provenire
da altri tempi e da altri mondi per chi ama sognare e perdersi nel misterioso mondo degli elfi.
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