[E-book-Ita-poliziesco]IL giro di boa

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Il giro di boa

di Andrea Camilleri





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• Titolo: IL giro di boa
• Autore: Camilleri Andrea
• Editore: Sellerio Editore-Palermo
• Collana: La memoria
• Data di Pubblicazione:2003
• Genere: Romanzo
• Sottogenere: Giallo


Il giro di boa è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato nel 2003 dalla casa editrice Sellerio Editore.
È il settimo romanzo della serie dedicata al Commissario Montalbano. Di tutti i romanzi dello scrittore Andrea Camilleri è probabilmente quello che più risente del tempo della sua pubblicazione, nonché delle inclinazioni politiche, mai celate, dello scrittore. Il romanzo, infatti, si apre con una forte invettiva contro una certa parte delle forze dell'ordine italiane colpevoli, nelle parole del protagonista del romanzo, di aver infangato il nome della Polizia nella gestione dei fatti del G8
di Genova (luglio 2001).






Il commissario Montalbano, sconcertato dai comportamenti della polizia e dalla politica italiana, prende la decisione di dimettersi dalla sua carica. Nel frattempo però si impiglia in un nuovo caso: trova un cadavere mentre fa la consueta nuotata nelle acque di Marinella.Il cadavere appare in condizioni tali che il commissario, anche in base al parere di un suo amico marinaio, dubita che sia morto veramente affogato.
Per vari motivi il momento della presentazione delle dimissioni viene sempre rimandato. Nel frattempo Montalbano ha occasione di prendere parte ad un'operazione di smistamento ai centri di raccolta di extracomunitari arrivati da chissà dove.
Montalbano insegue e porta indietro un ragazzo che cercava di fuggire, notando però che questi voleva inspiegabilmente fuggire da sua madre.
Qualche giorno dopo Montalbano scopre che quel bambino è stato investito, secondo lui volontariamente, mentre scappava dalla zona di una delle “città abusive” createsi da poco: Spigonella. I due casi sembrano separati finché l’amica Ingrid, svedese bella e sessualmente disinvolta, continua tentazione per Montalbano, non vede una delle ricostruzioni del viso del morto annegato e lo riconosce come un suo ex, e dà al commissario gli elementi fondamentali per risolvere il caso.






Il giro di boa" è l'ultimo episodio, in termini temporali, delle avventure del Commissario Montalbano e, per questo personaggio, si rivela un episodio caratterizzato da un travaglio interiore.
La notte insonne con la quale inizia la storia è proprio il primo segno di un malessere che ha colpito il nostro amato Commissario. Sappiamo tutti che tipo è Salvo Montalbano: una persona integra che grazie a questa sua integrità riesce a contrapporsi e a trattare con criminali efferati senza mai sporcarsi e che usa la sua dignità e la sua parola come armi vincenti contro i delinquenti. Un uomo che, forse ingenuamente, si aspettava la stessa integrità da tutti i membri del Corpo di cui fa parte e che invece apprende dai telegiornali quanto ci sia stato di sporco nelle azioni della Polizia a Genova in occasione della conferenza dei G8. Bombe molotov sistemate ad arte nella scuola Diaz per indurre a credere che appartenessero ai manifestanti, accoltellamenti simulati e attribuiti ai ragazzi che invece se la dormivano tranquillamente. Una valanga di fango si era abbattuta sul Corpo di Polizia cui Montalbano, sino al giorno prima, era orgoglioso di appartenere. Il Commissario si sente tradito, anzi sostiene proprio "di essere stato tradito", e pensa di dare le dimissioni da un Corpo in cui oramai non crede più. Con questo spirito "nìvuro" dopo la notte insonne Montalbano decide di fare un bagno in mare, ma la nuotata nell'acqua gelida davanti a Marinella, oltre che fargli ricordare che ha superato la cinquantina e che certe uscite mattutine fuori stagione forse non sono più "ordinaria amministrazione", gli riserva una strana sorpresa: lontano dalla riva, egli s'imbatte in un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Dopo aver faticosamente portato a riva il morto e aver
dovuto fronteggiare, a sue spese, due anziani, ma intraprendenti coniugi trevigiani, Montalbano entra nel vivo di una nuova indagine il cui carattere può essere riassunto da una frase che il dottor Pasquano dice per telefono proprio al Commissario: "le cose penso che non stiano come sembrano."
In questo romanzo, accadono diverse vicende che mettono Montalbano davanti ad uno sgretolamento del suo mondo e gli fanno porre delle domande fondamentali su di sé e sul proprio lavoro.




La prima vicenda, e la più evidente, è la perdita della "fede" nel corpo di Polizia a seguito delle scottanti rivelazioni sugli avvenimenti del G8. Poi c'e' lo scontro che il Commissario ha con i suoi limiti fisici e con i segni dell'età. Questi ultimi non si mostrano solo nella nuotata mattutina, ma, più avanti nella storia, avranno una manifestazione molto più drammatica. Quindi c'e' la perdita di un importante punto di riferimento nella quotidianità del Commissario: la trattoria "San Calogero", sacrario della cucina per Montalbano, ha definitivamente chiuso; il proprietario settantatreenne, precettato dal proprio medico, si è ritirato. Se a questo, che già non è poco, aggiungiamo poi che Catarella comincia a non sbagliare più i nomi e che a Montalbano quel fiuto particolare che più di una volta lo aveva aiutato sembra essersi offuscato tanto da fargli sfuggire particolari fondamentali per le indagini, ci rendiamo conto che il Commissario è in affanno, annaspa e, arrivato alla boa, intorpidito dagli anni e dai dubbi, invece di virare tira dritto.
"Il giro di boa" racchiude una storia interessante, non travolgente, ma articolata e ben costruita. Alcuni degli sviluppi, quando ancora risultano poco chiari a Montalbano, possono essere intuiti dal lettore più allenato, ma questo è coerente con lo stato dimesso del Commissario in quest'indagine. Alcune delle vicende narrate sono prese pari pari dalla cronaca e rendono il romanzo attuale e ben allacciato all'Italia in cui viviamo. Questo avvicina ancor di più la fantastica provincia di Montelusa, i suoi odori ed i suoi sapori mediterranei ed i personaggi che la popolano alla nostra realtà. Così ci sembrano ancora più veri e reali Livia, l'eterna fidanzata, che non perde mai la fede nel suo Salvo; Fazio che, pur cedendo alla sua sindrome da anagrafe, giuoca alla perfezione l'importante ruolo di angelo custode del suo burbero superiore; Mimì Augello che, da impenitente "fimminaro", si trova alle prese con Beba in dolce attesa; la biondissima "Svidisa" che, costante attentato alla fedeltà del Commissario, e' un tassello fondamentale dell'indagine; Catarella che, "di persona pirsonalmenti", ci fa sempre
sorridere con le sue ingenuità; il dottor Pasquano che, avvalendosi di una breve comparsata, instilla il dubbio nella mente del Commissario e innesca la miccia dell'indagine.
Incipit:
"Nuttata fitusa, 'nfami, tutta un arramazzarsi, un votati e rivotati, un addrummisciti e un arrisbigliati, un susiti e un curcati. E non per colpa di una mangiatina eccessiva di purpi a strascinasali o di sarde a beccafico fatta la sira avanti, perché almeno una scascione di quell'affannata insonnia ci sarebbe stata, invece nossignore, manco questa soddisfazione poteva pigliarsi, la sira avanti aviva avuto lo stomaco accussì stritto che non ci sarebbe passato manco un filo d'erba. Si era
trattato dei pinsèri nìvuri che l'avevano assugliato doppo avere sentito una notizia al telegiornale nazionale: «All'annigatu, petri di 'ncoddru» era il detto popolare che veniva esclamato quando una insopportabile serie di disgrazie s'abbatteva su qualche sbinturato. E per lui, che già da qualche mese nuotava alla disperata in mezzo a un mare in timpesta, e si sentiva a tratti perso come un annegato, quella notizia era stata uguale a una vera e propria pitrata tiratagli addosso, anzi una
pitrata che l'aviva pigliato preciso 'n testa, tramortendolo e facendogli perdere le ultime, debolissime forze."

Una citazione dal libro:
"Pasquano era fatto accussì, era grevio, 'ntipatico, aggressivo, indisponente. Il commissario sapeva però che si trattava di una forma istintiva ed esasperata di difesa da tutto e da tutti. Passò al contrattacco, usando il tono che ci voleva.
«Dottore, posso sapere perché mi viene a rompere a casa mia a quest'ora?»
Pasquano apprezzò.
«Perché le cose penso che non stiano come sembrano.»"


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