Regia: Dante Lam
Cast: Leon Lai : Captain Manfred
Richie Ren : Inspector Kee
Baoqiang Wang : Huang Yang
Vivian Hsu : Ellen
Kai Chi Liu : Cheung-on
Michelle Ye : May
Charles Ying : Sam (as Cheong-yau Ying)
Genere: Azione, Thriller
Anno di Uscita: 2010
Durata: 106 min. ca.
For more information: http://www.imdb.com/title/tt1602500/
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Scritto da Jack Ng Wai-lun, presentato in anteprima all’Hong Kong Asian Film Festival e transitato successivamente dal Festival di Toronto, il film sfrutta un articolato intreccio investigativo come cornice di numerosissime sequenze d’azione, dirette da un ormai maturo Lam con tocco energico e barocco: per la gioia dei cinefili, basti citare l’iniziale piano sequenza di una sparatoria in fermo immagine.
Gli ultimi anni del cinema di Hong Kong, specie di quello d'azione, hanno visto un inevitabile ricambio in termini di autori; spesso e volentieri chi apparteneva alle seconde file di un'ideale falange oplitica è subentrato a chi stava nelle prime, vuoi per defezioni da trasferta hollywoodiana vuoi per diserzioni improvvise. Tipico esempio del singolare fenomeno il caso di Dante Lam, per anni diligente regista action relegato a un semi-anonimato e ora assurto ai massimi livelli in termini di budget e relative attese.
Specie dopo il botto del sensazionale The Beast Stalker, elaborazione originale in tema di ossessioni e scherzi del destino, con un incredibile Nick Cheung e un mirabile lavoro visivo di chiaroscuri. In Fire of Conscience sono ancora Bene e Male - come nella migliore tradizione del noir di Hong Kong - a confrontarsi ma soprattutto a confondersi nell'animo dei protagonisti e nel fuoco delle sparatorie. Dante non cerca mai la via più rapida e cristallina, mescolando sistematicamente le carte di un intreccio stratificato quasi fino al punto di risultare contorto, mentre gli scontri a fuoco, girati magistralmente, tengono alto il tasso di adrenalina e arrestano la deriva concettuale del plot. Il cast è di quelli delle grandi occasioni, con un inedito dualismo tra i cops Leon Lai (Angeli perduti) e Richie Jen (Breaking News) – il primo poliziotto stile Serpico, sciatto e barbuto, con una vendetta da compiere, il secondo damerino ambizioso e corrotto fino al midollo - dai contorni ben più sfumati di quanto l'apparenza potrebbe portare a credere. Molte, forse troppe, le caratterizzazioni di contorno, che disperdono parte dell'impatto di un meccanismo ad orologeria abilmente congegnato e forte di memorabili sequenze action (da consegnare agli annali lo shootout nella sala da tè). Prendendo spunto da un mito hongkonghese secondo cui per sconfiggere un'epidemia si è dovuti ricorrere al drago di fuoco, Dante Lam sembra suggerire che sia impossibile estinguere il drago che alberga in noi, specie quando è l'unica via a cui ricorrere per sconfiggere i propri demoni.