« Hatch, se scappiamo ora, perdiamo più che una partita. »
(Louis Fernandez)
Fuga per la vittoria (Escape to Victory) è un film del 1981 diretto da John Huston.
Il film mantiene ancora oggi una notevole popolarità, soprattutto per la presenza di grandi calciatori dell'epoca a fianco degli attori principali, tra cui il celeberrimo Pelé.
Film liberamente ispirato alla partita della morte tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell'aviazione tedesca Luftwaffe
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Seconda guerra mondiale 1941: il comandante di un campo di prigionia tedesco, il maggiore Von Steiner, in passato calciatore che fece parte anche della Nazionale, riconosce tra gli ufficiali britannici prigionieri un suo ex collega, il capitano John Colby («John Colby: West Ham e nazionale inglese», dice Von Steiner a Colby non appena è sicuro di averlo riconosciuto). Von Steiner si dichiara dispiaciuto che le circostanze - che li vedono su due fronti belligeranti opposti - non permettano loro di discorrere dei loro passati sportivi come desidererebbero, però ha l'idea di organizzare un incontro di calcio tra una selezione di calciatori Alleati e la squadra sportiva di una vicina base tedesca.
All’inizio i compagni di prigionia di Colby si dichiarano contrari all’iniziativa, sicuri che il comando britannico non approverebbe: essi sono infatti consci che la propaganda nazista potrebbe sfruttare l’evento per caricarlo di significati extra-sportivi. Ma Colby è stimolato dal confronto, anche perché tra le truppe britanniche può vantare giocatori di livello come il soldato inglese Brady, lo scozzese Hayes e il coloured originario di Trinidad Luis Fernandez, oltre a quelli disponibili tra i prigionieri alleati, il belga Filieu, l’olandese van Beck e il norvegese Hilsson. Un prigioniero canadese, Hatch, benché non sia capace di giocare a calcio chiede ed ottiene di aggregarsi al gruppo, poiché per colpa loro il suo piano di fuga sta per andare in fumo. Colby si convince e ne giustifica quindi la presenza in squadra adducendo il motivo che ha bisogno di un preparatore atletico.
Come gli altri ufficiali britannici avevano supposto, il comando tedesco, volendo trasformare l’evento in un veicolo di propaganda, toglie di mano a Von Steiner l’organizzazione dell’incontro. Von Steiner capisce subito che, a quel punto, la partita non avrà più significato sportivo e il comando tedesco metterà in atto qualsiasi stratagemma per vincere e conquistarsi il primato d'immagine di fronte agli Alleati.
Hatch prima di fuggire viene incaricato di tenere di mettersi in contatto con la Resistenza francese. Deve raggiungere quindi Parigi, dove alcuni partigiani, saputo che i tedeschi vogliono organizzare la partita allo stadio di Colombes, si adoperano per organizzare la fuga dei calciatori Alleati durante l’intervallo tra i due tempi: essi fuggiranno dai lavatoi, che comunicano direttamente con la rete fognaria, ben conosciuta dai membri della resistenza che lavorano nei servizi comunali. Occorre che qualcuno avverta la squadra del piano in atto: tocca ancora al canadese sacrificarsi: si lascia catturare di nuovo dai tedeschi vicino al campo di prigionia per essere sicuro di farsi rimandare allo stesso posto e di poter comunicare le informazioni sulla fuga a Colby. Il problema è ora farsi reinserire in squadra, ma egli non sa giocare a calcio ma solo a football americano. Colby avendolo visto parare in allenamento gli assegna il ruolo del portiere. Siccome tuttavia un portiere titolare esiste già, e il comando tedesco ha esonerato dal lavoro solo undici soldati per prepararsi all’incontro, il portiere viene convinto a lasciarsi rompere un braccio per giustificare la sua sostituzione con Hatch.
Il giorno dell’incontro, lo stadio di Colombes è pieno di francesi, e decorato con i fregi della propaganda nazista, in primis le bandiere con le croci uncinate. L’ambiente è chiaramente ostile ai tedeschi, e lo si nota maggiormente durante l’esecuzione dell’inno Deutschland über alles…: gli unici tedeschi nello stadio sono militari. Lo speaker, che commenta la partita a beneficio dei radioascoltatori, propone in sottofondo degli applausi preregistrati per dare l’impressione che la folla sia entusiasta della prestazione tedesca.
Come paventato da Von Steiner, un pavido arbitro non è in grado di tenere in mano l’incontro in maniera imparziale e sorvola su numerose scorrettezze dei tedeschi, che infatti si portano in vantaggio fino al 4-0 prima che gli Alleati realizzino il goal della bandiera. Al termine del primo tempo negli spogliatoi è tutto pronto: i resistenti parigini hanno rotto il tramezzo che separa i lavatoi dal tunnel di fuga, ma prima alcuni giocatori, poi anche Colby, rifiutano di scappare perché sono convinti di poter ribaltare l’incontro e vincerlo. I resistenti tentano di dissuaderli, poiché alla fine della partita non ci sarà più tempo per la fuga, ma ormai è diventata una questione d’onore per Colby e compagni, che riescono a convincere anche il riluttante Hatch. Gli Alleati rientrano in campo e iniziano a giocare in maniera convinta e determinata, ricorrendo pure alla stessa durezza usata dai tedeschi nel primo tempo. Trascinati dall'entusiasmo degli spettatori francesi sugli spalti, riescono a portarsi prima sul 2-4, poi sul 3-4, e si vedono annullare il goal del pari per un presunto fuori gioco. A quel punto l’infortunato Fernandez (colpito in maniera durissima allo sterno durante il 1' tempo) rientra in campo proteggendosi il petto con un braccio [2] e, su un cross di Brady, si esibisce in una spettacolare rovesciata che infiamma il pubblico e porta le squadre in parità sul 4-4. La bellezza del gesto tecnico entusiasma anche Von Steiner, che si alza ad applaudire sportivamente il goal, tra la silenziosa ma evidente disapprovazione degli altri ufficiali tedeschi in tribuna d’onore.
C’è ancora tempo per qualche schermaglia in campo e, all’ultimo minuto di gioco, un rigore totalmente inesistente viene assegnato ai tedeschi. Tra le proteste alleate, gli spettatori francesi intonano con fierezza la Marsigliese in segno di orgoglio e incoraggiamento. Il portiere Hatch e il capitano tedesco Baumann si trovano faccia a faccia e si fissano intensamente negli occhi per lunghi istanti. Hatch, fino a quel momento non impeccabile, vola a parare il rigore calciato dal semi-ipnotizzato Baumann. Lo stadio esulta e gli spettatori invadono il campo travolgendo le barriere intorno al terreno di gioco e superando le guardie armate. Nella confusione che si genera, i giocatori Alleati vengono portati via dalla folla e fuggono dagli ingressi principali. Il maggiore Von Steiner, dalla tribuna, osserva la scena con un’espressione di sportiva indulgenza, che fa da contraltare al disappunto dei gerarchi nazisti seduti poco distanti da lui.
Titolo originale Escape to Victory
Paese USA
Anno 1981
Durata 110 min
Rapporto 2,40:1
Genere drammatico, sportivo
Regia John Huston
Soggetto Jeff Maguire, Djordje Milićević, Yabo Yablonsky
Sceneggiatura Evan Jones, Yabo Yablonsky
Produttore Freddie Fields
Fotografia Gerry Fisher
Montaggio Roberto Silvi
Effetti speciali Péter Pásztorfi
Musiche Bill Conti
Scenografia J. Dennis Washington
Interpreti e personaggi
Sylvester Stallone: Cap. Robert Hatch
Michael Caine: Cap. John Colby
Pelé: Cpr. Luis Fernandez
Max Von Sydow: Magg. Karl Von Steiner
Bobby Moore: Terry Brady
Daniel Massey: Waldron
Osvaldo Ardiles: Carlos Rey
Paul Van Himst: Michel Fileu
Kazimierz Deyna: Paul Wolchek
Hallvar Thorensen: Gunnar Hilsson
Gary Waldhorn: Müller (allenatore naz. tedesca)
Werner Roth: Baumann (cap. naz. tedesca)
Amidou: André
Jean-François Stévenin: Claude
Carole Laure: Renée
Gunter Wolbert: radiocronista tedesco
Il cast
La particolarità di questo film è che per interpretare le parti dei calciatori alleati sono stati chiamati nel cast numerosi atleti professionisti di fama internazionale: Pelé, fuoriclasse brasiliano tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970); Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belga Van Himst, il polacco Deyna, l'argentino Ardiles campione del mondo nel 1978, tutti leader delle rispettive nazionali, e altri ancora. Sylvester Stallone interpreta un improbabile soldato (in realtà una spia) canadese più avvezzo al football americano che al calcio, portiere dallo stile molto grezzo, che a più riprese chiede a Colby quale sia il giusto piazzamento sul corner, ma che all'ultimo minuto parerà il decisivo rigore che avrebbe permesso ai tedeschi di vincere la partita.
L'unico calciatore statunitense del cast, singolarmente, interpreta il ruolo di un atleta tedesco, il capitano Baumann. Si tratta di Werner Roth, nato nella ex-Jugoslavia da genitori provenienti dalla Germania e americano per naturalizzazione: su invito di Pelé, Roth si presentò alla produzione e fu ingaggiato per il film, inizialmente per recitare la parte di un calciatore francese schierato con gli Alleati. Ma quando John Huston si accorse che Roth parlava anche tedesco, gli affidò la parte di Baumann.
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This report was created by AVInaptic (25-07-2011) on 17-08-2011 11:15:29