[MT]Andrea Camilleri - La piramide di fango[Ebook-Pdf-Ita-Giallo]

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Titolo originale: La piramide di fango
Autore: Andrea Camilleri
1ª ed. originale: 2014
Data di pubblicazione: 29 maggio 2014
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Sellerio Editore Palermo
Collana: La memoria
Pagine: 261






Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri vive da anni a Roma.
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura". S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.
Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent. Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi. Nel 1958 porta in Italia il teatro dell'assurdo di Beckett con "Finale di partita", prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel.
Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e "Le inchieste del commissario Maigret" con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all'Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent'anni.
L’esordio in narrativa è del 1978 con "Il corso delle cose" pubblicato da un editore a pagamento ed è un insuccesso. Nell’80 pubblica con Garzanti, "Un filo di fumo", il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela. Per 12 anni non escono più suoi romanzi. Nel 1992 pubblica per Sellerio "La stagione della caccia". Nel 1994 con "La forma dell’acqua"dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.
Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto. Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta». Il 4 settembre 2008 ha vinto il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo "La muerte de Amalia Sacerdote" pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo "La rizzagliata". Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.
Vincitore tra gli altri dei premi "Bancarella" e "Flaiano" (quest'ultimo per la narrativa), Camilleri è annoverato tra gli scrittori italiani più ricercati, con oltre dieci milioni di copie vendute. Nel 2014 gli viene consegnato a Barcellona il IX Premio Pepe Calvalho, riconoscendo in lui «uno dei più autentici rappresentanti del noir mediterraneo».




1959 - I teatri stabili in Italia (1898-1918)
1978 - Il corso delle cose
1980 - Un filo di fumo
1984 - La strage dimenticata
1992 - La stagione della caccia
1993 - La bolla di componenda
1995 - Il gioco della mosca
1995 - Il birraio di Preston
1998 - La concessione del telefono (Premio Società dei Lettori - Lucca-Roma)
1999 - La mossa del cavallo
2000 - La scomparsa di Patò
2000 - Biografia del figlio cambiato
2000 - Favole del tramonto
2001 - Racconti quotidiani
2001 - Gocce di Sicilia (racconti)
2001 - Il re di Girgenti
2001 - Le parole raccontate. Piccolo dizionario dei termini teatrali
2002 - L'ombrello di Noè. Memorie e conversazioni sul teatro
2002 - La linea della palma. Saverio Lodato fa raccontare Andrea Camilleri
2002 - Le inchieste del commissario Collura
2003 - La presa di Macallè
2003 - Teatro
2004 - Romanzi storici e civili
2005 - Privo di titolo
2005 - Il medaglione
2005 - Il diavolo. Tentatore. Innamorato
2005 - Crimini (racconto Troppi equivoci) (con altri scrittori)
2006 - La pensione Eva
2006 - Vi racconto Montalbano. Interviste
2007 - Pagine scelte di Luigi Pirandello
2007 - Il colore del sole
2007 - Le pecore e il pastore
2007 - Boccaccio - La novella di Antonello da Palermo
2007 - Voi non sapete. Gli amici - i nemici - la mafia - il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano
2007 - Maruzza Musumeci
2008 - Il tailleur grigio
2008 - Il casellante
2008 - La Vucciria
2008 - La muerte de Amalia Sacerdote
2009 - Un sabato - con gli amici
2009 - Il sonaglio
2009 - Il cielo rubato. Dossier Renoir
2009 - La tripla vita di Michele Sparacino
2009 - La rizzagliata (originale in lingua italiana de La muerte de Amalia Sacerdote)
2009 - Un inverno italiano. Cronache con rabbia 2008-2009 (con Saverio Lodato - Chiarelettere)
2009 - Un onorevole siciliano. Le interpellanze parlamentari di Leonardo Sciascia
2009 - Troppu trafficu ppi nenti (con Giuseppe Dipasquale)
2009 - Articolo 1. Racconti sul lavoro (con altri scrittori)
2010 - Il nipote del Negus
2010 - L'intermittenza
2010 - Di testa nostra. Cronache con rabbia 2009-2010 (con Saverio Lodato - Chiarelettere)
2011 - La moneta di Akragas

2011 - Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta
2011 - La setta degli angeli
2011 - I fantasmi
2011 - Giudici (Il giudice Surra) (con Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli)
2012 - Il diavolo - certamente
2012 - La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta
2012 - Dentro il labirinto
2012 - Capodanno in giallo (con altri scrittori)
2013 - Il tuttomio
2013 - La rivoluzione della luna
2013 - Come la penso
2013 - Ferragosto in giallo (con altri scrittori)
2013 - La banda Sacco
2013 - I racconti di Nené
2014 - La creatura del desiderio
2014 - Inseguendo un'ombra
2014 - Donne
2014 - La relazione
2015 - Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema
2015 - Le vichinghe volanti e altre storie d'amore a Vigàta
2015 - La targa
2015 - Certi momenti
2016 - Noli me tangere

Serie di Montalbano

1994 - La forma dell'acqua
1996 - Il cane di terracotta (Premio Letterario Chianti)
1996 - Il ladro di merendine
1997 - La voce del violino
1998 - Un mese con Montalbano (racconti)
1999 - Gli arancini di Montalbano (racconti)
2000 - La gita a Tindari
2001 - L'odore della notte
2002 - La paura di Montalbano (racconti)
2002 - Storie di Montalbano (raccolta)
2003 - Il giro di boa
2004 - La pazienza del ragno
2004 - La prima indagine di Montalbano (racconti)
2005 - La luna di carta
2006 - La vampa d'agosto
2006 - Le ali della sfinge
2007 - La pista di sabbia
2008 - Il campo del vasaio
2008 - L'età del dubbio
2008 - Racconti di Montalbano (raccolta)
2008 - Il commissario Montalbano. Le prime indagini (raccolta)
2009 - La danza del gabbiano (Premio Letterario Cesare Pavese)
2009 - Ancora tre indagini per il commissario Montalbano (raccolta)
2010 - La caccia al tesoro
2010 - Acqua in bocca (in collaborazione con Carlo Lucarelli)
2010 - Il sorriso di Angelica
2011 - Il gioco degli specchi
2011 - Altri casi per il commissario Montalbano (raccolta)
2012 - Una lama di luce
2012 - Una voce di notte
2012 - Tre indagini a Vigàta (raccolta)
2013 - Un covo di vipere
2013 - Notte di Ferragosto, in Ferragosto in giallo
2014 - La piramide di fango
2015 - Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano
2015 - La giostra degli scambi




Sono giorni di pioggia a Vigàta, quegli acquazzoni violenti e persistenti che non danno requie, fiumane d’acqua scatenata che travolgono case e terreni lasciando dietro di sé un mare di fango. È in una di queste giornate che un uomo, Giugiù Nicotra, viene trovato morto in un cantiere, mezzo nudo, colpito da un proiettile alle spalle. Aveva cercato scampo in una specie di galleria formata da grossi tubi per la costruzione di condotte d’acqua. L’indagine parte lenta e scivolosa, ma ben presto ogni indizio, ogni personaggio, conduce al mondo dei cantieri e degli appalti pubblici.

Incipit:
Uno
Il botto del trono fu accussì forti che Montalbano non sulo vinni arrisbigliato scantatizzo di colpo, ma per picca non cadì dal letto per il gran sàvuto che aviva fatto.
Era chiossà di ’na simanata che chioviva a retini stise, senza un minuto di ’nterruzioni. Si erano raprute le cataratti e parivano ’ntinzionate a non chiuirisi cchiù.
Non sulamenti chioviva a Vigàta, ma supra a tutta l’Italia. Al nord c’erano stati straripamenti e allagamenti che avivano fatto danni ’ncalcolabili e da ’na poco di paìsi l’abitanti erano stati fatti sfollari. Ma macari nel sud non si sgherzava, sciumare che parivano morte da secoli erano tornate ’n vita armate da ’na speci di gana di rivincita e si erano scatinate distruggenno case e tirreni coltivati.
La sira avanti, ’n tilevisioni, il commissario aviva sintuto a ’no scinziato diri che tutta l’Italia era a rischio di un gigantisco disastro geologico pirchì non c’era mai stato un governo che si fusse seriamenti occupato del mantenimento del territorio.
’Nzumma, era come se il propietario di ’na casa non si fusse mai dato il pinsero di fari arriparari il tetto romputo o le fondamenta lesionate. E po’ s’ammaravigliava e si lamintiava se un jorno la casa finiva per crollarigli ’n testa.
«Forsi è la giusta fini che nni meritamo» aviva commintato amaro Montalbano.
Addrumò la luci, taliò il ralogio. Le sei e cinco. Troppo presto per susirisi.
Si nni ristò a occhi ’nsirrati, ascutanno lo scruscio del mari. Che, carmo o arraggiato che fusse, gli dava sempri piaciri. Tutto ’nzemmula accapì che non chioviva cchiù. Scinnì dal letto, annò a rapriri la persiana.
Quel trono era stato come la bumma che veni sparata alla fini di un joco di foco, propio a significarinni la conclusioni. ’Nfatti non cadiva cchiù acqua di celo e le nuvole che avanzavano da livanti erano liggere e bianchizze e a brevi avrebbiro sostituito quelle nìvure e pisanti. Tornò a corcarisi, tranquillato.
Non sarebbi stata ’na jornata tinta, di quelle che lo mittivano d’umori malo. S’arricordò d’essirisi arrisbigliato mentri che stava facenno un sogno.
Caminava dintra a ’na gallaria nello scuro fitto e il lumi a pitroglio che tiniva nella mano dritta faciva picca luci. Sapiva che a un passo darrè a lui arrancava ’n omo che accanosciva ma del quali non sapiva il nomi. A un certo punto l’omo aviva ditto:
«Non ce la fazzo a reggiri il tò passo, staio pirdenno troppo sangue dalla firuta».
E lui aviva arrispunnuto:
«Cchiù lenti d’accussì non è cosa, la gallaria può crollari da un momento all’autro».




Ormai siamo all'ennesimo capitolo di una fortunatissima serie letteraria di Andrea Camilleri, con protagonista il Commissario Salvo Montalbano.
Gli anni passano caro Salvo, con essi si appannano un po' la vista e l'udito, e ci si mette anche il cattivo tempo, con pioggia torrenziale e colate di fango ad annebbiarti il cervello. Sarà così? Tu Salvo lo sai bene da cosa deriva il tuo malessere, tu sai bene che seppur adori il tuo lavoro il tuo cuore batte per Livia che non passa un bel periodo, reduce da un finale che vi ha segnati per sempre ne "Una lama di luce".
Questo romanzo parte come gli altri, un morto ammazzato in circostanze poco chiare, si sviluppa molto a rilento, una cadenza ritmica data sicuramente da un Montalbano scarico, spossato, che non mette bene a fuoco le circostanze, il tutto scandito da condizioni meteo che non fanno altro che rendere più cupo il nostro Commissario.
Per fortuna la lucidità non abbandona l'impareggiabile collaboratore Fazio, l'eterno incompleto Augello ma è Catarella che con la sua naturale ingenua e semplice personalità a donare quel tocco di luce al romanzo, altrimenti troppo fosco e grigio negli umori.
L'ambiente in cui si svolgono i fatti è una Vigata immersa nel fango dei cantieri, quei cantieri di opere pubbliche che toglieranno il sonno al Commissario, quella Sicilia fatta di mille sfaccettature condizionate dalla storia, dalla politica, dalla Cupola o sarebbe meglio dire dalla piramide? Quei siciliani che si svegliano ed intraprendono ogni tipo di attività per fame, dagli imprenditori rampanti ai professionisti che saltano da un piede ad un altro come dagli scrupoli all'irresponsabilità, quegli operai assunti a nero, quelli clandestini, quelli di cui nessuno si preoccuperà mai pronti ad essere martiri per una fine vile o quelle anziane donne che nonostante l'età e le norme, si muovono borderline contrabbandando alimenti e donando un tocco di folklore puro e verace ...
Camilleri questa volta ce la mette tutta per cambiare il colore alla sua opera letteraria, dal giallo al noir il passo è davvero breve per un autore che in quest'opera appare un po' "cambiato", nell'approccio al lettore, sarà un' impressione personale?
L'opera è comunque godibilissima e si legge in una giornata, perchè è impossibile non avere voglia di scoprire come andrà a finire.
Ed ecco il finale - forse un pò "sbrigativo" - con il colpo di scena alla "Montalbano".






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