[MT]Antonio Manzini - Era di maggio (2015)[Ebook-Pdf-Ita-Poliziesco]

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Description









Titolo originale: Era di maggio
Autore: Antonio Manzini
1ª ed. originale: 2015
Data di pubblicazione: 23/07/2015
Genere: Romanzo
Sottogenere: Poliziesco
Editore: Sellerio Editore
Collana: La Memoria
Pagine: 400






Antonio Manzini (Roma, 7 agosto 1964) è un attore, sceneggiatore, regista e scrittore italiano.
Lavora prevalentemente come attore cinematografico e televisivo. In TV ha interpretato fra gli altri ruoli l'"ispettore Tucci" in Linda, il brigadiere e... e "Serpico" in Tutti per Bruno.
Ha anche lavorato come regista in alcuni film e cortometraggi e come sceneggiatore dei film Il siero della vanità (di Alex Infascelli del 2004) e Come Dio comanda (di Gabriele Salvatores del 2008).
Ha pubblicato diversi racconti e romanzi gialli: Sangue Marcio e La giostra dei criceti sono i suoi primi lavori. Con Sellerio editore Palermo, Antonio Manzini dà alla stampa racconti e romanzi che hanno come protagonista il Vicequestore Rocco Schiavone, poliziotto fuori dagli schemi, poco attento al potere ed alle forme. Rocco Schiavone è il protagonista dei romanzi Pista Nera (2013) , La costola di Adamo (2014), Non è Stagione (2015), Era di maggio (2015), 07-07-2007 (2016), oltre che di racconti presenti nelle antologie poliziesche Capodanno in giallo, Ferragosto in giallo, Regalo di Natale, Carnevale in giallo , Crisi in giallo, Turisti in giallo (racconto Castore e Polluce) e Calcio in giallo (alcuni dei quali poi raccolti nel volume Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, vincitore del Premio Chiara 2016).
Il 20 Ottobre 2016 Chiarelettere pubblica il suo nuovo libro Orfani bianchi, opera incentrata sui figli delle badanti provenienti dell'est europa.



Serie di Rocco Schiavone

2013 - Pista nera
2014 - La costola di Adamo
2015 - Non è stagione
2015 - Era di maggio
2016 - Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
2016 - 7-7-2007
2017 - Pulvis et umbra
2018 - L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone

Altri

2005 - Sangue marcio (2005)
2007 - La giostra dei criceti (2007)
2015 - Sull'orlo del precipizio (2015)
2016 - Orfani bianchi (2016), Chiarelettere editore

Racconti

2012 - L'accattone (2012)
2013 - Le ferie d'agosto
2013 - Buon Natale, Rocco!
2013 - La ruzzica de li porci
2014 - Rocco va in vacanza
2015 - Castore e Polluce
2015 - L'anello mancante
2016 - ...e palla al centro
2017 - Senza fermate intermedie
2017 - L'eremita




Mettilo agli atti, Italo. In una notte di maggio, alle ore una e dieci, al vicequestore Rocco Schiavone piomba addosso una rottura di decimo grado!. Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c'è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, "seccata" da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell'assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all'inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili. In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell'amara ironia di Rocco Schiavone. Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi.

Incipit:
Lunedì

AOSTA, L’OMBRA DELLA ’NDRANGHETA
DIETRO GLI STROZZINI
Prestavano soldi a imprenditori e privati a tassi da capogiro per poi impossessarsi di beni e conti bancari. Questa era l’attività di Domenico Cuntrera, originario di Soverato con precedenti penali, arrestato dalla polizia grazie alle indagini sull’omicidio di Cristiano Cerruti, braccio destro del costruttore Pietro Berguet, titolare della Edil.ber.
Il questore Andrea Costa durante la conferenza stampa ha affermato: «Siamo andati direttamente al cuore dell’organizzazione grazie alle indagini a tappeto fatte dai miei uomini, ma altro non posso aggiungere perché siamo sicuri si tratti della punta dell’iceberg».
«È una realtà che le organizzazioni mafiose da anni si sono radicate sul territorio della Valle e credo che quest’ultimo episodio portato alla luce dalla questura di Aosta ne sia una prova ulteriore» così ha commentato il comandante dei carabinieri Gabriele Tosti, della Direzione Investigativa Antimafia di Torino.
«Siamo di fronte a un attacco alla parte sana del paese. Dobbiamo pensare a non abbandonare l’imprenditoria alla mercé di queste organizzazioni mafiose» tuona il giudice Baldi dalla procura.
Domenico Cuntrera, arrestato per l’omicidio di Cristiano Cerruti, è stato fermato alla frontiera svizzera dopo aver abbandonato precipitosamente la pizzeria Posillipo di sua proprietà qui ad Aosta. Nelle mani dell’omicida, legato probabilmente a una ’ndrina mafiosa, numerosi documenti ora al vaglio degli inquirenti. L’arresto dell’uomo potrebbe essere il primo vero successo dello Stato nella lotta alla malavita organizzata sul nostro territorio.




La storia noir raccontata da Antonio Manzini è frequentata da tanti personaggi e da innumerevoli intrecci, da Aosta a Roma, due città a cui la mia vita è legata e che mi ispirano nella scelta della lettura.
Vicende umane racchiuse in gabbie psicologiche e storiche. Tutti i personaggi sono prigionieri delle incomprensioni, dei risentimenti incomunicabili, delle nostalgie segrete.
Mi imbatto nel vicequestore Rocco Schiavone, nelle sue abitudini, nei suoi vizi: “doccia, colazione da Ettore a piazza Chanoux, questura, canna mattutina. Alla fine, e soltanto alla fine, visita alla morgue.”p.94
Interessante e dominante la figura di quest’uomo in guerra con sé, con gli altri, con la morte, primordiale e contemporaneo, rozzo e benevolo, scaltro e ingenuo, opportunista e simpatico. Un uomo di potere che si salva dalla miserabilità, coltivando il dolore e assistendo con sguardo vigile l’evoluzione della propria storia.
Vivacissime le sequenze: l’omicidio, le feste, il passato, i sogni. Se il frutto della pace è appeso all’albero del silenzio, in questa storia è il contrario, infatti, assisto ad una sequenza di conflitti, di scambi continui di comunicazioni, talvolta oscure. All’inizio, mi perdo nello scenario complesso di voci ma, presto, i miei cinque sensi collaborano nel riconoscere volti e dialoghi, sintomi e narrazioni.
Antonio Manzini soddisfa decisamente la mia bulimia da libro, capace come pochi di tipizzare i personaggi, di accompagnarli con decisione nei percorsi tortuosi delle loro esistenze. Il romanzo è pronto a diventare un film, con le scene che si susseguono determinate, mai monotone, in spazi e tempi giusti, alternando ombre e luci, etica e malavita, coscienza di sé e abbandono, attrazione e repulsione.






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