Titolo originale: Smiley's people
Titolo italiano: Tutti gli uomini di Smiley
Autore: John le Carré
1ª ed. originale: 1979
Data di pubblicazione: 01/09/1980
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller, spionaggio
Editore: Rizzoli
Collana: La Scala
Traduzione: Pier Francesco Paolini
Pagine: 354
John Le Carrè è il nome con cui è conosciuto in tutto il mondo l'ex dipendente dei servizi britannici David J. M. Cornwell. Nato il 19 ottobre 1931 a Poole, nella regione inglese del Dorsetshire, Le Carrè è stato definito, forse non a torto, il più importante scrittore di spy story del Novecento; un autore che con i suoi romanzi impregnati dell'atmosfera della guerra fredda ha fatto scuola, e sulla cui scia si sono accodati centinaia di imitatori, pochi dei quali però riescono ad eguagliare quella miscela di "suspence", brillante scrittura e umorismo sapido che rendono grandi i romanzi di questo agente segreto prestato alla macchina da scrivere.
Forse la sua straordinarietà risiede proprio nella biografia, facendone un uomo con una marcia in più e con così tanto da raccontare. Entrato a far parte dell'intelligence britannica durante la Seconda Guerra mondiale in qualità di traduttore di documenti segreti per ben cinque primi ministri britannici, nel 1947 si iscrive all'università di Berna, in Svizzera, per poi abbandonarla e tornare a Oxford, dove si specializza in letteratura tedesca. E' dalle sue esperienze professionali al servizio di Sua Maestà che prende l'ispirazione per realizzare i suoi primi libri.
A partire dagli anni '60 inizia a scrivere spy stories: "Chiamata per il morto" (1961) segna l'atto di nascita di un personaggio che ha conquistato i lettori di tutto il mondo: il leggendario agente segreto George Smiley. Il successo arride però a Le Carrè con la sua terza prova "La spia che venne dal freddo", titolo poi diventato simbolico di tutti i libri di spionaggio. Inizialmente il successo di pubblico è enorme; meno entusiastica la reazione della critica che da lì a pochi anni dovrà tristemente ricredersi.
In seguito il libro verrà anche ripreso sul grande schermo sotto l'egida attoriale di Richard Burton.
Dopo la fine della guerra fredda, il genere "spy story" subisce un duro contraccolpo: sembra quasi che sia venuta a mancare la materia prima per la narrazione. La crisi non risparmia neanche l'autore inglese, apparentemente incapace di trovare nuove categorie narrative forti.
Tuttavia con "Il sarto di Panama" (1999) e con l'entusiasmante "Il giardiniere tenace" (2001) lo scrittore ha ritrovato il successo e la vena narrativa dei tempi migliori torcendo la spy stories a nuove esigenze: comiche nel primo dei due titoli, civili nel secondo dove accusa il mondo delle multinazionali farmaceutiche e lancia un accorato grido d'allarme per la tragica situazione africana.
Altri celebri titoli, tratti dalla vasta produzione di Le Carrè sono: "La talpa", "Tutti gli uomini di Smiley", "La tamburina", "La casa Russia" e "La passione del suo tempo".
Attualmente John Le Carrè vive ritirato tra Cornovaglia e Hampstead.
1961 - Chiamata per il morto (Call for the dead)
1962 - Un delitto di classe (A murder of quality)
1963 - La spia che venne dal freddo (The spy who came in from the cold)
1965 - Lo specchio delle spie (The looking-glass war)
1968 - Una piccola città in Germania / Quel tanto fedele mr. Harding (A small town in Germany)
1970 - Fine della corsa [teledramma] (End of the Line)
1971 - Un ingenuo e sentimentale amante (The naive and sentimental lover)
1974 - La talpa (Tinker, tailor, soldier, spy)
1977 - L'onorevole scolaro (The honourable schoolboy)
1980 - Tutti gli uomini di Smiley (Smiley's people)
1983 - La tamburina (The little drummer girl)
1986 - La spia perfetta (A perfect spy)
1989 - La casa Russia (The Russia house)
1990 - Il visitatore segreto (The secret pilgrim)
1991 - La pace insopportabile (The unbearable peace)
1993 - Il direttore di notte (The night manager)
1995 - La passione del suo tempo (Our game)
1996 - Il sarto di Panama (The tailor of Panama)
1999 - Single & Single (Single & Single), 1999
2001 - Il giardiniere tenace (The costant gardener)
2003 - Amici assoluti (Absolute friends)
2006 - Il canto della missione (The mission song)
2008 - Yssa il buono (A most wanted man)
2010 - Il nostro traditore tipo (Our Kind of Traitor)
2013 - Una verità delicata (A Delicate Truth)
2014 - La spia (A must wanted man)
Un vecchio esule baltico viene ucciso a Londra. Il suo vero ed unico torto: essere stato, fino all'ultimo, un uomo di Smiley. Anche se ormai è in pensione, George Smiley non può ignorare la morte di Vladimir. Così, partendo da un bastone da passeggio impugnato con la mano sbagliata e da un pacchetto di sigarette che non si trova, incomincia a seguire il filo che riannoda il passato al presente. Da Londra, da Amburgo, da Parigi, tutte le tracce portano a Mosca. A Karla, il nemico di sempre. Smiley capisce di essere all'ultima mano di una partita mortale iniziata tanti anni prima e sa di poter giocare la carta che gli darà la vittoria. Ma sarà una vittoria senza gioia e senza trionfo.
Incipit:
1.
Due avvenimenti, senza un nesso apparente fra loro, provocarono il richiamo di George Smiley dopo la sua messa a (improbabile) riposo. Il primo di questi due eventi ha Parigi come sfondo e si svolge nel torrido mese di agosto, allorché i parigini per tradizione abbandonano la loro città alla canicola e ai turisti.
Un giorno d'agosto – il quattro, a mezzogiorno in punto, ché l'orologio della torre stava battendo i dodici rintocchi e da poco era suonata la sirena d'una fabbrica – in un quartiere popolato (un tempo) da numerosi esuli russi poveri, una donna di taglia robusta, sulla cinquantina, uscì dal buio androne di un vecchio magazzino e si diresse (a passi come al solito decisi) verso la fermata dell'autobus.
La strada, stretta e grigia, serrata, con tanti gatti e un paio di "hotels de passe", era particolarmente tranquilla. Quel magazzino, per cui passavano merci deperibili, restava aperto anche durante le vacanze. Il caldo – inquinato dai gas di scarico e non alleviato dalla minima brezza – l'avvolse come una vampa di fuoco, ma la fisionomia slava di quella donna non tradì alcuna lagnanza. Non era né costruita né abbigliata per potersi scalmanare in un giorno così caldo: era piuttosto bassa di statura, e tanto grassa che le toccava dimenarsi sulle anche per procedere. Il suo vestito nero, di severità monacale, stretto in vita, non aveva alcuna guarnizione tranne una lista di merletto bianco al collo e una grossa croce di metallo, consunta, di nessun valore, sul petto. Aveva scarpe scalcagnate e, camminando volgeva in fuori la punta dei piedi. I suoi passi echeggiarono severi, fra le case serrate. La sporta che aveva con sé, piena fin dal mattino, la faceva pencolare un po' a babordo: si vedeva d'acchito che era abituata a portar pesi. C'era anche un nonsoché di buffo in lei, però. Portava i capelli raccolti in uno chignon sulla nuca, ma una ciocca ribelle le danzava sulla fronte al ritmo dell'arrancante camminata. Un barlume di allegria le illuminava le pupille castane. La sua bocca – collocata sopra una mascella da pugile – sembrava pronta a sorridere alla minima occasione.
Mi sono lasciato totalmente assorbire dall'universo di questo libro; bisogna dire che l'ho letto nel momento giusto.
La mia empatia e l' immedesimazione nel personaggio di George Smiley è stata quasi totale e tutto il romanzo è stato una lenta agonia in attesa della liberazione, che però ha ben poco il sapore della rivincita e della vittoria.
Questo non è un romanzo corale, George è quasi totalmente solo, non ha Peter Guillam ad aiutarlo (che compare solo nell'ultimissima parte): è un testa a testa con Karla, un ritorno nel passato, un continuo ricordare.
La trama del romanzo è davvero molto lineare e facilmente seguibile (non si hanno i problemi presenti invece ne La talpa): inizialmente sono presentate varie situazioni che poi si appianano e confluiscono in una sola, tant'è vero che alla fine non dobbiamo più occuparci della Ostrakova, del Generale o di Otto Leipzing, ma solo di Smiley. Si tratta di una lunga, lenta e dolorosa discesa all'interno del personaggio, nel suo intimo. L'azione in questo romanzo è quasi totalmente assente e anche il grande nemico, la Nemesi di Smiley appare come non reale, Smiley combatte fino alla fine contro fantasmi, ombre; ci sono solo due omicidi a confermare che non si tratta di fantasia. La grande battaglia non è tra i buoni e i cattivi, ma all'interno dello stesso George Smiley: non rari sono i riferimenti ai fatti de La Talpa, a Bill Haydon, ai tradimenti di Ann. E, alla fine, quando Karla compare nell'ultima pagina, dimesso e piccolo, sconfitto per la sua unica debolezza, per il troppo amore, lo stesso Smiley capisce che non è poi troppo diverso da lui. Buoni e cattivi non sono termini assoluti, ma relativi. Karla è stato costretto ad arrendersi, ma al suo posto poteva esserci benissimo Smiley.
Qual è stata la sua vittoria: consegnare un il SUO nemico agli uomini che non gli hanno mai creduto? Costringere un uomo a tradire i suoi ideali approfittando del suo affetto per la figlia?
Sì, forse è stata una vittoria, ma di sicuro è stata amara.