[MT]L’Esercito degli Angeli[DvdRip-Xvid-Ita-Mp3]

Titolo originale: Da jeg traff Jesus... med sprettert (Odd Little Man)
Paese: Norvegia
Anno: 2000
Durata: 88 minuti
Genere: Commedia



Soggetto: Tratto dal libro "Min barndoms verden" di Odd Lunde Børretzen
Sceneggiatura: Stein Leikanger
Fotografia: John Christian Rosenlund
Montaggio: Sophie Hesselberg
Musiche: Randall Meyers
Scenografia: Billy Johansson
Costumi: Inger Derlick Trucco: Veslemøy Fosse Ree, Siw Jærbyn
Effetti speciali Pål Morten Hverven
Produttore: Tomas Backström, Petter J. Borgli
Produzione: Egmont Entertainment A/S, Nordic Screen Production AS
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 23 Novembre 2005 (Dvd)






Oddermann è un ragazzino norvegese con un dono molto particolare: riesce a vedere le cose che gli adulti, crescendo, hanno smesso di vedere. Lui, pur di non smettere di vederle, cerca in tutti i modi di rimanere bambino e non crescere, arrivando a negare a se stesso il “diritto naturale alla crescita” di ogni bambino. Oddermann vuole continuare ad essere così perché gli adulti sono seri e arrabbiati.
Trascorre quindi le giornate nella fattoria dei suoi genitori vicino ad Oslo mentre intorno a lui la vita continua e le persone crescono.






L’esercito degli angeli si basa sulla rievocazione nostalgica del passato e dell’infanzia da parte di un narratore invisibile, che esiste solo come voce. La voce narrante è quella di un adulto, un anziano che fa rivivere in immagini il proprio vissuto di bambino. Questa voce ha un’identità, più che narrativa, descrittiva, perché ciò che ricorda sono non tanto eventi concatenati progressivamente, quanto falde di passato, situazioni debolmente collegate tra loro, il cui ordine potrebbe essere rivisto senza urtare l’economia emotiva e narrativa del film. L’adulto impone con le parole una presunta oggettività di partenza che gli deriva dalla lontananza dell’infanzia. Si parte dalle parole dell’adulto, ma ci si immerge poi nella soggettività – visiva e spirituale – del bambino, e la soggettività del bambino finisce per prevalere su quella dell’adulto. Lo spettatore vede attraverso gli occhi del bambino e non attraverso gli occhi di un adulto che ricorda di esser stato bambino: domina la soggettività non di un presente che guarda al passato, ma di un passato come “presente che è stato”. L’adulto narra e descrive, il bambino agisce e guarda. Il mondo dell’adulto è quello delle parole (della letteratura), il mondo del bambino è quello delle immagini (del cinema). L’adulto ha già visto e vissuto le cose di cui parla e le narra con la coscienza di chi già sa; il bambino vede e vive le cose con il continuo stupore di chi le vede e vive per la prima volta. Tutto è filtrato dagli occhi del bambino: la realtà, le cose, le parole, il mondo degli adulti.