[MT]Laia Jufresa - Umami[Ebook-Pdf-Ita-Narrativa]

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Description









Titolo originale: Umami
Titolo italiano: Umami
Autore: Laia Jufresa
1ª ed. originale: 2015
Data di pubblicazione: 11/5/2017
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Editore: Sur
Collana: Sur
Traduzione: Giulia Zavagna
Pagine: 247






Laia Jufresa è cresciuta a Veracruz e ha trascorso la sua adolescenza a Parigi. Nel 2001, si è trasferita a Città del Messico .
Ha conseguito una laurea alla Sorbona ed è l'autrice della raccolta di racconti El esquinista (2014) e del romanzo Umami (2015).
Umami (tradotto in inglese, francese,italiano, olandese, turco, polacco e danese) è stato scelto come miglior primo romanzo in spagnolo al First Novel Festival 2016 a Chambéry, in Francia, ha vinto il PEN Translates Award ed è stato finalista per il miglior premio del libro tradotto.
Il lavoro di Laia è stato presentato in diverse antologie e in riviste come Letras Libres, Pen Atlas, Words Without Borders e McSweeney's .
Per il suo trentesimo anniversario, il festival ha selezionato 30 giovani romanzieri, scienziati, filosofi, artisti e attivisti che sono sorprendenti e stimolanti per unirsi a noi in Hay. Questi scrittori e pensatori aiuteranno a immaginare e modellare il mondo nei prossimi 30 anni. Laia è onorata di essere uno di loro.
È stata anche nominata tra i giovani scrittori più straordinari dell'America Latina come parte del progetto del 2017 Bogotá39 e dal Messico con México20 .




2014 - El esquinista
2015 - Umami (Umami)




Nel romanzo d'esordio di Laia Jufresa si incrociano i destini di una ragazzina che sogna di coltivare mais in cortile, un antropologo vedovo, una giovane pittrice che inventa colori, due musicisti, una mamma hippy e un papà contabile. Nel corso dell'afosa estate di Città del Messico, mentre Ana è intenta ad allestire il suo orticello, scopriamo le storie dei suoi vicini, tra segreti e non detti che solo poco a poco ci permettono di completare il puzzle della narrazione. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n'è andata? Com'è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai. Con una scrittura delicata e mai banale, Laia Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.

Incipit:
Prima parte

2004

Una milpa, gli dissi. Salii sulla sedia della sala da pranzo e gli dissi: Una milpa vera e propria, di quelle tradizionali, con mais, fagioli e zucca, lì, accanto al tavolo da picnic. Facendo un grande cerchio con le mani, trionfale, proclamai: Come i nostri antenati! Guardammo tutti e tre oltre la porta scorrevole, verso il cortile dove c’è il tavolo da picnic. Una volta il tavolo si piegava e si poteva trasportare. Le due panchette laterali si infilavano sotto, come le zampe retrattili delle tartarughe, e il tutto si trasformava in una valigetta di alluminio. Ma ora non più. Ora nessuno lo piega più per portarlo al parco. Intorno al tavolo c’è solo cemento grigio, grigio sporco, e una fila di fioriere piene di terra secca, resti di arbusti, sottovasi rotti. È un cortile urbano, incolore. Il poco verde che c’è, è muschio. Se c’è qualcosa di rosso, sarà ruggine.




Romanzo corale ambientato a Città del Messico, Umami racchiude in sé storie di famiglie e di solitudini, di dolori e ricordi che riaffiorano, di tanti sapori diversi e variegati – proprio come la vita. Diviso in quattro sezioni, ognuna di esse composta a sua volta da capitoli narrati da più voci e sempre a ritroso nel tempo (dal 2004 al 2000), l’esordio letterario di Laia Jufresa colpisce per la sua versatilità e per le infinite sfumature sul significato dell’esistenza che riusciamo a scorgere tra le sue pagine. Uno per uno, chi più chi meno, gli abitanti di Villa Campanario ci offrono un pezzetto di sé, stimolando i nostri sensi e e rendendoci partecipi delle emozioni e degli imprevisti che si susseguono nelle loro vite. Il comprensorio di Villa Campanario è speciale perché ogni casa prende il nome da uno dei cinque gusti che siamo in grado di percepire con la nostra lingua: acido, amaro, salato, dolce e umami. Conosciamo così Marina, giovane pittrice con evidenti disturbi alimentari, alle prese con il proprio futuro e con la precarietà di una vita fondata su basi poco solide; Beto e Pina, rimasti soli in seguito all’abbandono di Chela (rispettivamente moglie e madre), che cercano di arrangiarsi come meglio possono e di colmare il vuoto lasciato nelle loro vite; Ana e la sua famiglia, sconvolta dalla morte prematura della sorellina Luz, di appena cinque anni, e dall’instabilità emotiva della madre, che dopo il tragico evento non è più stata la stessa; il dottor Semitiel, uno dei maggiori esperti di milpa, amaranto e umami in Messico, che ci accompagna con struggimento e pathos all’interno della sua relazione con la defunta moglie, Noelia. Ognuno di questi personaggi ha qualcosa di interessante da dire, messaggi a volte chiari, a volte lasciati a nostra libera interpretazione. Gli abitanti di jufresacard1.pngVilla Campanario sono autentici e genuini e le loro personalità hanno un sapore ben definito, tant’è che riusciamo a distinguerli a colpo sicuro dopo il primo assaggio. Umami è un libro che scatena emozioni contrastanti, che insegna e apre orizzonti sconosciuti – prima di leggere questo romanzo non sapevo, ad esempio, cosa fosse una milpa – che spalanca le porte su una cultura ed un Paese dalla storia affascinante e ce li fa apprezzare ancora di più. Lo stile dell’autrice messicana è di forte impatto, la Jufresa utilizza una prosa scorrevole e decisa per descrivere stati d’animo ed emozioni, in particolare nei capitoli evocativi dedicati al dottor Semitiel e a Noelia. Leggere Umami è come percorrere un sentiero alla scoperta di sapori nuovi e antichi, è un ritorno alle origini e, al tempo stesso, un viaggio verso l’ignoto. Quando un romanzo mi attrae così tanto difficilmente rimango delusa e, anche questa volta, il mio intuito aveva ragione. Umami è un libro raffinato ma per molti aspetti crudo, è un libro che non si può descrivere in maniera uniforme perché, come vi dicevo sopra, racchiude in sé sfumature di sapori che, nell’insieme, si mischiano meravigliosamente. Assaggiare Umami significa assaggiare un prodotto originale e autentico, di cui stancarvi è impossibile. Non posso che consigliarvelo, soprattutto se siete alla ricerca di una lettura diversa dal solito e decisamente valida.





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