[MT]Riccardo Gazzaniga - Non devi dirlo a nessuno[Ebook-Pdf-Ita-Giallo]

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Titolo originale: Non devi dirlo a nessuno
Autore: Riccardo Gazzaniga
1ª ed. originale: 2016
Data di pubblicazione: 30/8/2016
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero Big
Pagine: 256






Dopo aver frequentato il Liceo classico Giuseppe Mazzini di Genova, si è arruolato nella Polizia di Stato, dove attualmente ricopre la qualifica di sovrintendente capo.
Dopo una lunga serie di premi letterari dedicati ai racconti, nel 2012 ha vinto la XXV edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo A viso coperto, pubblicato nel 2013 da Stile Libero (Einaudi).
A viso coperto, che racconta in forma di romanzo l'odio e gli scontri tra ultras e poliziotti del Reparto Mobile di Genova, è stato recensito dai principali periodici e siti specializzati italiani.
Nell'ottobre 2013 A viso coperto si è aggiudicato il XXVII Premio letterario Massarosa per la migliore opera prima e nel 2015 il primo posto al Premio letterario internazionale Il Molinello per la narrativa edita.
Grande appassionato di musica AOR (Album oriented rock), Riccardo Gazzaniga nel 2012 ha collaborato ai testi dell'album Lionville dei Lionville con la canzone Dreamhunter.
Nel 2016 è uscito il suo secondo romanzo, Non devi dirlo a nessuno, sempre per Stile Libero (Einaudi).




2006 - 13. Racconti dark
2013 - A viso coperto
2015 - Undici per la Liguria, con il racconto La cella
2016 - Non devi dirlo a nessuno




Agosto 1989. Luca Ferrari, tredicenne genovese, trascorre l'estate in montagna, a Lamon: un paese di tremila abitanti fra Veneto e Trentino. È innamorato di Cristina, ma lei ha occhi solo per Simone, che ha già lo scooter e pure l'orecchino. Il suo migliore amico è invece Stefano, un villeggiante un po' sfìgato come lui. Una sera, Luca e il fratellino Giorgio si addentrano nel bosco dietro casa, ma avvertono una presenza minacciosa che sembra fissarli nel buio. Scappano in preda alla paura, convinti di essere seguiti: una volta arrivati alla porta di casa, però, si accorgono che dietro di loro non c'è nessuno. Anni prima un bambino del paese è scomparso in quel bosco, e da allora Mussat, un muratore ritardato, vive lì, allo stato brado, per sfuggire alle accuse della comunità.

Incipit:
1.
Luca Ferrari ignorava di essere l’ingranaggio principale dell’oscura macchina che si sarebbe accesa quella sera.
Era troppo impegnato a cercare di vincere la partita, anche a costo di lasciare sguarnita la porta che avrebbe dovuto difendere. Cosí, palla al piede, partí dalla sua area di rigore.
Dribblò David, che in attacco diventava inarrestabile, ma in difesa era lento per colpa di un principio di pancia. David nemmeno lo rincorse, tanto la campana di San Pietro stava per scandire le nove, la partita sarebbe finita in pareggio.
Luca raggiunse indisturbato il tratto d’erba piú spelacchiata che consideravano centrocampo. Gli si fece sotto Carlo con i suoi occhiali da secchione: Luca lo scartò con una finta e puntò a destra, dove gli si era spalancata davanti una prateria.
– Palla, amico! Palla! – strillava suo fratello Giorgio, un microbo di dieci anni e un metro e trenta smarcato davanti alla porta. Chiamava Luca «amico» da quando l’aveva sentito fare in una puntata di MacGyver. Ma Luca non voleva passarla al fratello, perché Giorgio non avrebbe mai segnato. In porta c’era Samuele, che giocava titolare nei Giovanissimi della Feltrese ed era cosí forte che ogni tot di minuti doveva cambiare ruolo, per non falsare le partite.




L’autore ha vinto il Calvino nel 2012 con A viso coperto (Einaudi, 2013; la recensione dell’Indice sul numero di giugno 2013), una vicenda di poliziotti e ultras. Per Non devi dirlo a nessuno, sua seconda prova, ha scelto una trama completamente diversa, da romanzo di formazione, confermandosi narratore di razza, abile nella ricostruzione realistica e accurata degli ambienti, sicuro nella creazione di personaggi del tutto credibili. Siamo alla fine degli anni ottanta: i ragazzi già sono assorbiti dai videogiochi, ma le mountain bike si chiamano arrampichini, si fa ancora la coda davanti alle cabine telefoniche e dei pc si inizia appena a parlare. Il protagonista Luca è un tredicenne genovese che trascorre l’estate nel paese dei nonni materni, Lamon, tra le montagne nel Bellunese, insieme alla mamma, al papà magistrato e al fratellino Giorgio di dieci anni. Tra i due ragazzi c’è un forte legame di affetto e di complicità e Luca prende molto sul serio il ruolo di fratello maggiore.
Nel luogo delle vacanze il ragazzo ritrova, come tutti gli anni, le amicizie (foresti come lui, ma anche locali), le partite a calcetto e una libertà di movimento di cui in città non può godere. Ma nella cruciale estate del 1989, che rimarrà nella sua vita come una pietra miliare, ci sono anche importanti novità: le ragazze, i primi turbamenti sessuali, il primo innamoramento. Temi trattati in modo esplicito eppure con una sorta di candore da un narratore in terza persona che assume totalmente il punto di vista del protagonista adolescente. Una sera, inoltrandosi nel bosco dietro casa dove Giorgio, il piccolo, è convinto che riuscirà a trovare il tasso, i due fratelli vedono (o credono di vedere) una figura umana di alta statura che pare abbracciata a un tronco e due occhi fissi su di loro. Quando ne parlano ai genitori, questi li inducono a pensare a un fenomeno di autosuggestione. Gli adulti, d’altra parte, anche se affettuosi, sembrano spesso distratti e lontani, fisicamente o psicologicamente, dal mondo dei ragazzi. Lo strano incontro è il primo episodio di una trama (horror? gialla?) che, inizialmente sullo sfondo, balzerà in primo piano trovando una soluzione drammatica dopo un inaspettato colpo di scena.
Nel finale Luca, che gli eventi hanno fatto crescere e maturare, ha imparato che può succedere di tradire un amico anche senza volerlo, che degli adulti non ci si può fidare perché mentono, che “la vita era una pietra che rotolava sotto la spinta di quella forza misteriosa che poteva chiamarsi un giorno sfiga, un altro fortuna, un altro caso” e che solo chi sa guardarti davvero ti può salvare. L’apparizione ? nella foresta buia ma non per questo minacciosa ? del tasso cui Giorgio, il bambino strappato per due volte alla morte, non ha smesso di credere, assume il valore di un’epifania simbolicamente salvifica, ricordando ai cultori di Stephen King un episodio simile, e ugualmente significativo, quello del capriolo comparso al protagonista di The Body, che lo vede lungo la ferrovia ma non ne fa parola. Perché ci sono esperienze così legate al profondo che, come indica il titolo del romanzo di Gazzaniga, non si devono dire a nessuno. Questa, sulle tracce dello scrittore americano, la cui lezione è stata certamente presente all’autore ? come lui stesso rivela nel primo risvolto di copertina ? ci sembra la chiave interpretativa del romanzo, che rivela grande finezza e sensibilità nel cogliere l’animo della prima adolescenza.






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