[MT]Truman Capote - Colazione da Tiffany[Ebook-Pdf-Ita-Narrativa]

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Description











Titolo originale: Breakfast at Tiffany's
Titolo italiano: Colazione da Tiffany
Autore: Truman Capote
1° ed. originale: 1959
Data di pubblicazione:2002
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Editore: Edizione per La Repubblica
Collana: NOVECENTO
Traduzione: Bruno Tasso
Pagine: 95






Giornalista, scrittore, dialoghista, sceneggiatore, drammaturgo, attore: rinchiudere in una sola definizione Truman Capote è praticamente impossibile. Nato il 30 settembre del 1924 a New Orleans, Truman (il cui vero nome è Truman Streckfus Persons) cresce in Alabama, a Monroeville, accudito dai parenti che lo hanno preso in cura dopo il divorzio dei genitori: la madre, scostante e turbolenta, alle prese con numerosi amanti, gli fa visita solo occasionalmente, mentre il padre, sprovveduto e squattrinato, ricomparirà solo quando Capote sarà ricco e famoso.
L'infanzia del piccolo Truman, dunque, è poco felice, e l'unico affetto che lo consola è quello di Harper Lee, sua amica del cuore, che diventerà a sua volta celebre come scrittrice grazie al libro vincitore del Premio Pulitzer "Il buio oltre la siepe" (titolo originale: "To kill a mockingbird"), dove appare anche Truman, nei panni del piccolo Dill.
Anche durante l'adolescenza la vita per Truman non è semplice: a scuola viene preso in giro per i suoi modi effemminati, e trova l'unico sollievo nell'insegnante di inglese del college, unica che sa apprezzare la sua sterminata fantasia, alimentata dalla sua passione per la lettura. Dopo la scuola Truman si trasferisce a New York, dove assume il cognome di Joe Capote, suo patrigno; pur di entrare in contatto con il mondo del giornalismo, il ragazzo trova lavoro come fattorino presso il "New Yorker", celebre rivista letteraria, dal quale però viene licenziato dopo essersi spacciato come inviato in occasione di un convegno letterario.
Nel frattempo, alcuni suoi racconti vengono pubblicati sull'"Harper's Bazaar" e sul "Southern Gothic Novelist". Un successo inaspettato arriva con "Miriam", edito da una rivista femminile, che gli apre le porte dei salotti mondani della Grande Mela. Truman Capote, personaggio dandy e profondo intellettuale, ben presto diventa amico di Ronald Reagan, Tennessee Williams, Jackie Kennedy, Andy Warhol e Humphrey Bogart: è l'inizio di una vita segnata dagli eccessi, aggravata da un carattere difficile e dall'ostentazione della propria omosessualità.
Truman Capote in pochi anni diventa uno scrittore conosciuto in tutto il Paese: dopo "Altre voci, altre stanze", del 1948, è la volta di "Colazione da Tiffany" e del musical "House of flowers", del quale compone sceneggiatura e parole dei brani musicali. Nel 1966 sul "New Yorker" esce a puntate "A sangue freddo", la sua opera più famosa, realizzata dopo un lavoro di indagine durato sei anni.
Poco dopo, però, inizia già la parabola discendente di Capote, che con il romanzo "Preghiere esaudite", peraltro mai completato, prova a condensare tutte le osservazioni derivanti dal suo incontro con il jet set. Pensato come un libro di carattere proustiano, una sorta di ritratto del nulla delle vicende che coinvolgono i divi della Grande Mela, "Preghiere esaudite" fa perdere a Capote tutte le sue amicizie.
Droga e alcol sono sempre più protagonisti della vita dello scrittore, che veste i panni di un moderno Oscar Wilde, dall'esistenza distruttiva ed estetizzante. Il novello Thomas Chatterton, come è stato ribattezzato da James Michener, passa l'ultima parte della sua vita con uomini che mirano unicamente al suo denaro, disinteressandosi di lui. Truman sviluppa, inoltre, una forma pesante di epilessia, dovuta all'abuso di sonniferi. Le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più, anche a causa della dipendenza dall'alcol: lasciato dal suo compagno, dal bel mondo che lo aveva osannato e dai divi che rinnegano la sua amicizia, Capote passa intere settimane a bere e a dormire, sul letto di casa propria o in un ospedale di New York.
Due tentativi di disintossicazione non vanno a buon fine, e così Truman Capote muore all'età di 59 anni il 25 agosto del 1984 a causa di una cirrosi epatica mentre si trova a Bel Air, Los Angeles, ospite di una delle poche persone amiche che non lo hanno mai lasciato, Joanne Carson.
Tra le altre opere della carriera di Truman Capote, vale la pena di citare la realizzazione dei dialoghi inglesi di "Stazione Termini", film del 1953 di Vittorio De Sica, e le sceneggiature di "Il tesoro dell'Africa", "Laura" e "Suspense". L'artista si è anche cimentato come attore prendendo parte al tredicesimo episodio della prima stagione di "ABC Stage 67", a "The Thanksgiving visitor" e a "Invito a cena con delitto". Maledetto, deluso e deludente, artisticamente creativo e profondamente geniale, vittima dell'alcol, della droga, di se stesso e della propria ingenuità, Truman Capote ha rappresentato una delle personalità più controverse degli anni Sessanta e Settanta, non solo in America ma anche nel resto del mondo.




1948 - Altre voci, altre stanze (Other Voices, Other Rooms)
1949 - Un albero di notte (A tree of night and other stories)
1949 - Incontro d'estate: romanzo (Summer Crossing)
1950 - Colore locale (Local color, Random House)
1951 - L'arpa d'erba: romanzo (The Grass Harp)
1956 - Si sentono le Muse (The muses are heard)
1958 - Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's)
1963 - Fra i sentieri dell'Eden. Scritti scelti dell'autore (Selected Writings of Truman Capote)
1965 - A sangue freddo: romanzo (In Cold Blood)
1969 - Il giorno del Ringraziamento (racconto) e altri racconti (The Thanksgiving Visitor)
1972 - Trilogia. Miriam, Fra i sentieri dell'Eden, Un ricordo di Natale (scritto con Eleanor e Frank Perry)
1973 - I cani abbaiano: personaggi noti e luoghi segreti (The Dogs Bark)
1980 - Musica per camaleonti (Music for Chameleons, Random House)
1987 - Preghiere esaudite (Answered Prayers: The Unfinished Novel) postumo




Si circonda di tipi strani e discutibili, non rispetta le regole senza preoccuparsi di quanto ciò possa infastidire gli altri, nulla si sa del suo passato se non che ha tentato la carriera di attrice, fallendo. Un giorno, bussando un campanello a caso del condominio dove abita, conosce Paul uno scrittore squattrinato in cerca di ispirazione e che sopravvive grazie ai regali di compleanno dei suoi genitori. Due personalità diverse e contrastanti che riusciranno a costruire un legame platonico e atipico, cercando di assorbire l’uno dall’altra ciò che gli manca e di cui hanno bisogno per completarsi. Durante la loro breve frequentazione Holly continuerà a farsi mantenere dal riccone di turno che sazi la sua fame di gioielli, osservando fedelmente solo l’appuntamento del giovedì quando va a fare visita in carcere al vecchio Tomato. Apparentemente tutto scandito da un rituale fino alla scoperta del passato della donna: il suo vero nome è un altro, ha avuto un marito dal quale è scappata, un’infanzia balorda ed è stata una ladra coinvolta in affari loschi. In effetti, Paul sa che continua a rubare, ma, quando viene accusata di aver partecipato ad un affare di traffico di droga è pronto a credere alla sua innocenza, almeno per questa volta. La aiuta a fuggire, sapendo che così la perderà per sempre; una strana cartolina gli fa sapere che è viva, ma non la rivedrà mai più. Di lei rimarrà il ricordo, ma più di tutto il libro che Paul scriverà, trovando l’ispirazione ed il successo a lungo agognati.

Incipit:
Mi sento sempre attratto dai posti dove sono vissuto, le case e i loro dintorni. Per esempio, nella Settantesima Est c'è un edificio di pietra grigia dove, al principio della guerra, ho avuto il mio primo appartamento newyorkese. Era una stanza sola affollata di mobili di scarto, un divano e alcune poltrone paffute, ricoperte di quel particolare velluto rosso e pruriginoso che ricolleghiamo alle giornate d'afa in treno. Le pareti erano a stucco, di un colore che ricordava uno sputo tabaccoso. Dappertutto, perfino in bagno, c'erano stampe di rovine romane, molto vecchie e tempestate di puntolini scuri. L'unica finestra dava sulla scala di sicurezza. Ma, anche così, mi si rialzava il morale ogni volta che mi sentivo in tasca la chiave di quell'appartamento; per triste che fosse, era un posto mio, il primo, e lì c'erano i miei libri, i barattoli pieni di matite da temperare, tutto quello che mi occorreva (o così almeno pensavo) per diventare lo scrittore che volevo diventare.
In quei giorni non mi era mai venuto in mente di scrivere di Holly Golightly, e con ogni probabilità non ci avrei pensato nemmeno adesso se non fosse stato per una conversazione che ho avuto con Joe Bell, una conversazione che ha risvegliato tutti i miei ricordi di lei.
Holly Golightly era un'inquilina della vecchia casa grigia; occupava l'appartamento sotto al mio. Joe Bell invece era il proprietario di un bar all'angolo di Lexington Avenue, e lo è ancora. Tanto Holly che io ci andavamo sei, sette volte al giorno, non per bere qualcosa, non sempre almeno, ma per telefonare; durante la guerra era molto diffìcile ottenere un telefono privato. E poi, Joe Bell era bravissimo a trasmettere messaggi, il che, nel caso di Holly, non era un favore da poco, perchè lei ne riceveva una quantità inverosimile.
Naturalmente, questo accadeva molto tempo fa, e fino alla settimana scorsa non avevo più rivisto Joe Bell. Avevamo contatti saltuari, e ogni tanto, quando mi capitava di passare per quel rione, mi fermavo al suo bar; ma, in realtà, non eravamo mai stati grandi amici, se non in quanto eravamo entrambi amici di Holly Golightly. Joe Bell non ha un carattere facile, lo riconosce anche lui; perchè è scapolo, dice, e soffre di acidità di stomaco. Chi lo conosce vi dirà che parlare con lui è una impresa. Impossibile, se non condividete le sue fissazioni, una delle quali è Holly. Ne ha altre: l'hockey su ghiaccio, i cani Weimaraner, Our Gal Sunday (un radioromanzo che ha ascoltato per quindici anni), e Gilbert e Sullivan — sostiene di essere imparentato con uno dei due, non riesco mai a ricordare quale.




Il romanzo è stato ampiamente modificato per portarlo sul grande schermo, elementi importanti come la bisessualità di Holly e l’omosessualità di Paul non compaiono per nulla, alcuni personaggi “scomodi” vengono depennati ed il lieto fine del film, quel romantico bacio sotto la pioggia che tutti ricordano, nel libro semplicemente non c’è, il finale è un altro: Holly è partita per il Sud America e non ha neppure pensato di poter rimanere con Paul a New York. Solo la megalopoli americana compare sia sulla carta che sulla pellicola ed il gatto, elemento poetico e indimenticabile in entrambe le versioni, che, però, nel libro non viene recuperato da Holly, viene adottato da una famiglia sconosciuta che almeno a lui darà una casa. Romanzo del 1958 apertamente anticonformista, guardato con sospetto dalla società americana benpensante e puritana soprattutto per essere uscito dalla penna di un autore criticato come Capote per le sue trasgressive scelte sessuali, è stato poi considerato un capolavoro, quasi un inno alla vita libera da costrizioni. La consacrazione definitiva al successo e alla notorietà venne dal film, che a Capote non piacque per le evidenti forzature al testo operate dallo sceneggiatore e per l’attrice: lui da sempre sognava Marilyn Monroe, anche se la Hepburn ha saputo rendere cinematograficamente immortale il personaggio. Uno dei romanzi più criticati del ‘900 ed anche uno dei più osannati, certamente ha una sua profonda originalità come non si discute la perizia narrativa dell’autore, ma il personaggio forse non merita altrettante lodi. Holly non sempre riesce a convincere il lettore con la sua mancanza di malizia, con la sua tanto ostentata purezza. Non convince perché è recidiva, ha sempre sbagliato e continua a farlo, sorda ad ogni riflessione non per forza etica, ma quantomeno rispettosa degli altri. In fondo, come bussa alla due di notte al campanello dei suoi vicini di casa, allo stesso modo attraversa le altrui esistenze ignorando le conseguenze delle sue azioni. Non ruba per necessità, lo fa per il gusto di trasgredire, come se ogni cosa desiderata le fosse dovuta. Vive in omaggio alle apparenze, vende se stessa per un gioiello mentre con noncuranza interrompe relazioni, lascia luoghi, abbandona animali. È vero che affida il suo gatto a Paul, pare che in quel momento si sia affacciato un barlume di sentimento nella sua vita, ma è solo un attimo che passa presto. Molti hanno voluto vedere in questa donna una persona rifiutata ingiustamente dall’insensibilità del mondo circostante, ma ciò non esclude che ad altri resti la convinzione che l’insensibilità, il cinismo siano i segni particolari di Holly che mai prova a guardarsi intorno, troppo rapita dalla contemplazione della sua immagine specchiata. Dopo aver letto il libro nasce legittimo il dubbio che i pareri positivi siano stati influenzati dalla visione film, ma, se il film non fosse stato fatto così come tutti lo conosciamo, avremmo avuto gli stessi pareri a favore? Purtroppo non c’è modo di trovare risposta a questa domanda, ci restano un libro (che vale la pena leggere) ed un bellissimo film che ha il pregio di regalarci l’interpretazione di una Holly indimenticabile, cosa che quella vera difficilmente avrebbe saputo fare. Libro consigliato a chi ha visto e a chi non ha visto il film, tanto sono due storie diverse. Assolutamente da evitare se non volete conoscere la cruda verità che troverete nel libro e se per voi, a torto, Holly è la Hepburn.





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