[MT]Walter Tevis – Il colore dei soldi[Ebook-Ita-Pdf-Narrativa]

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Description











Titolo originale: The Color of Money
Titolo italiano: Il colore dei soldi
Autore: Walter Tevis
1° ediz. originale: 1984
Anno di pubblicazione 2010
Genere: Romanzo
Sottogenere:
Editore: Minimum Fax
Collana: Minimum classics
Editore: Minimum fax
Prefazione: Gian Luca Favetto
Traduttore: Tullio Dobner
Pagine: 332






Walter Storie Tevis nasce a San Francisco il 28 febbraio 1928. All’età di dieci anni una malattia reumatica al cuore lo costringe a rimanere in ospedale un anno intero. Dimesso, si trasferisce poi nel Kentucky, incontrando molte difficoltà ad integrarsi nella tranquilla provincia kentuckiana. E' timido, gracile, impacciato, buffo (deve portare un apparecchio per i denti) e trova un precoce rifugio nei libri.
Al liceo cambia scuola per ben tre volte, poi si arruola in marina; una volta congedato riesce finalmente a diplomarsi e si iscrive all’università. Trova anche lavoro, in una sala da biliardo. Il gioco lo appassiona e grazie al suo migliore amico Toby Kavanaugh, giocatore professionista, riesce a imparare le tecniche e i trucchi dei grandi hustlers.
Una volta laureato comincia a insegnare alla scuola superiore. Conosce anche una ragazza, Jamie Griggs, anche lei insegnante e come lui a disagio in una cittadina dove si sentono le uniche persone non sposate nel raggio di chilometri. Walter e Jamie mettono su famiglia; nel frattempo lui esordisce come scrittore, con il racconto The Ifth of Oofth (1957). Diversi suoi racconti appaiono su riviste anche prestigiose, come Esquire, Collier’s Magazine, il Saturday Evening Post e Playboy. Nel 1959 viene pubblicato il suo primo romanzo, The Hustler, che è subito un successo; due anni dopo verrà portato sullo schermo dal regista Robert Rossen, con la sceneggiatura dello stesso Tevis e Paul Newman e Jackie Gleason nei panni dei protagonisti.
Secondo alcuni The Hustler ha in qualche modo reinventato il mondo del biliardo professionistico, trasformandolo in una vera e propria industria creando nella sua opera, per così dire, una mitologia del biliardo che resiste ancora oggi.
Nel 1963 è la volta di The Man Who Fell to Earth, che, pur senza essere da subito un successo commerciale come il precedente, riesce a ottenere col passare del tempo una considerazione di rado concessa ai romanzi di fantascienza. Mentre termina The Man Who Fell to Earth Tevis sta diventando schiavo del bere come il suo personaggio. Lo rimarrà per diciassette anni, durante i quali non scriverà nulla di notevole, ad eccezione di pochi racconti e articoli.
Nel 1975, però, la svolta: Walter decide di smettere di bere ed entra in psicoterapia. Due anni dopo spinge ancora oltre la decisione di cambiare radicalmente la propria vita: si dimette dall’università e si trasferisce a New York, risoluto a dedicarsi soltanto alla scrittura. Nel 1980 dà alle stampe Mockingbird, che in un certo senso riprende là dove The Man Who Fell to Earth si interrompeva: una storia di dipendenza e disintossicazione, ambientata in un futuro governato da automi nel quale gli esseri umani non devono far altro che dimenticare (emozioni, insegnamenti, storie). I tre personaggi principali di Mockingbird incarnano tre diversi modi di reimpossessarsi del proprio destino: Mary Lou con il rifiuto della società, l’insegnante Bentley con una pratica proibita ma vivificante (la lettura), l’androide Spofforth, condannato all’immortalità, con la morte.
Mockingbird è anche l’inizio del periodo più fruttuoso di Tevis come autore; è del 1981 la raccolta di racconti Far from Home, seguita due anni dopo dai romanzi The Steps of the Sun e soprattutto The Queen’s Gambit. Questa prolificità dopo un lungo periodo di silenzio può sorprendere, ma in questi ultimi anni Tevis ha scoperto di avere un cancro ed è animato da un sentimento di urgenza che si traduce in un fiotto di parole.
The Queen’s Gambit potrebbe essere per gli scacchi ciò che The Hustler è stato per il biliardo.
Nel 1984 esce intanto un seguito di The Hustler, The Color of Money, ritenuto da molti poco più che un espediente per battere cassa in vista dei momenti duri dovuti alla malattia. Ma appena quattro giorni dopo la pubblicazione del romanzo (che nasconde in una battuta rivolta al protagonista, “Fast” Eddie Felson, forse l’unico rimpianto dell’autore: «Te ne sei rimasto seduto sul tuo talento per vent’anni»), Walter Tevis se ne va per una crisi cardiaca, appena cinquantaseienne.




Romanzi
* (1959) The Hustler (Lo spaccone)
* (1963) The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla Terra)
* (1980) Mockingbird (Solo il mimo canta al limitare del bosco)
* (1983) The Steps of the Sun (A pochi passi dal sole)
* (1983) The Queen's Gambit (La Regina degli scacchi)
* (1984) The Color of Money (Il colore dei soldi)
Racconti
* (1981) Far From Home (Lontano da casa).




Pubblicato nel 1984, pochi giorni prima della morte di Walter Tevis, Il colore dei soldi nasce come seguito ideale del suo primo romanzo, Lo spaccone. Vent'anni dopo l'epico incontro con Minnesota Fats, «Fast» Eddie Felson torna sui tavoli da biliardo per continuare la sua partita con la vita e con se stesso. Dopo aver tentato invano la carriera di imprenditore, Eddie capisce dolorosamente che il suo talento per la stecca è l'unico capitale di cui dispone per sopravvivere. Ma nel frattempo il mondo del biliardo professionistico è cambiato, e una nuova generazione di giocatori detta legge al panno verde. Alle prese con un ambiente del quale deve imparare a proprie spese le nuove regole, Fast Eddie si rimette in gioco, tornando a una vita fatta di competizioni, alberghi lussuosi e impersonali, sale fumose dove allenarsi e affrontare gli avversari. E dove vincere l'ultima sfida. Questo romanzo ha ispirato il film omonimo diretto da Martin Scorsese, con Paul Newman e Tom Cruise.

Incipit:
1

Dalla parte della strada il Sunburst era un motel come tanti, ma dietro alla palazzina dell’amministrazione c’era un grappoletto di villini di cemento, ciascuno con il suo minuscolo giardino alla giapponese. Abitazioni. Era su uno dei Keys, quello subito sotto Largo. Durante il tragitto dall’aeroporto di Miami, Ed si era figurato un albergo alla moda con terrazze e campi da tennis e ora rimirava un po’ perplesso questa struttura antiquata. Parcheggiò sotto un ibisco cremisi e uscì nella canicola della Florida. Il numero 4 era quello dall’altra parte del viale di ghiaia, rivolto all’oceano. Era tardo pomeriggio e la luce dal cielo era intensa.
Era a pochi passi dal villino quando la porta a zanzariera si aprì. Uscì un uomo grassissimo in bermuda, attraversò il piccolo patio e con aria accigliata strizzò un costume da bagno sui cespugli. Era maledettamente invecchiato e più grasso che mai, ma era proprio lui, non c’era dubbio. Ed si fermò davanti ai gradini, schermandosi gli occhi con la mano. «Tu sei George Hegerman», affermò in tono amichevole.
Il ciccione grugnì e finì di strizzare il suo costume.
«Ci siamo conosciuti tempo fa, a Chicago...»
Hegerman si girò per scrutarlo. «Ricordo.»
«Avrei una proposta d’affari», spiegò Eddie costretto a tenere gli occhi socchiusi in controluce. Cominciava a sentirsi scomodo, il caldo era insopportabile. «Non rifiuterei qualcosa da bere.»
Il grassone srotolò l’indumento strizzato e lo appese disteso ad asciugare sulla balaustra di legno che delimitava il patio. Il costume era di una taglia spropositata. Si voltò nuovamente verso Ed. «Esco nella baia. Puoi accompagnarmi.»
«In barca?»
«In barca.»
In piedi alla ruota, vestito dei soli bermuda e con un paio di occhiali scuri, Hegerman pilotò con perizia la piccola imbarcazione verso il sole basso. L’acqua placida e poco profonda, era di un blu inimmaginabile. Il motore alle loro spalle pregiudicava qualunque tentativo di conversazione, obbligando entrambi a urlare per farsi sentire.
Poco dopo Hegerman diede gas e il motoscafo schizzò in avanti sfiorando l’acqua in planata. Quando cominciò a sobbalzare violentemente sul sedile, Ed si alzò e si aggrappò a una maniglia. Uno spruzzo lo raggiunse alla faccia e gli bagnò gli occhiali da sole. Doppiarono isolotti popolati da strane piante aggrovigliate. «Che roba è?» chiese urlando e il grassone tonò: «Mangrovie». Eddie fece una smorfia, a disagio per aver dovuto domandare. Adesso aveva la camicia fradicia e acqua anche nelle scarpe. Tornò a sedersi e cercò di togliersi le scarpe, ma ne fu impedito dalle violente planate dell’imbarcazione. Intanto l’acqua era diventata di uno stupefacente color acquamarina. L’azzurro profondo e limpido del cielo era abbacinante.




Eccola l'America delle case da gioco, dei casinò, degli hotel di lusso e di dubbio gusto, l'America del denaro che ingoia denaro, delle mazzette di dollari ripiegate nelle tasche. E' l'America del biliardo, un route game che solo un paese sterminato sa coltivare con tale intensità. Uno dei cantori del tappeto verde che nella seconda metà del secolo scorso produsse miti e passioni è l'americano Walter Tevis. L'ultimo libro dello scrittore "Il colore dei soldi" fu pubblicato nel 1984 pochi giorni prima della morte dello scrittore e completa l'itinerario sul tema avviato con Lo spaccone, uscito nel 1959.
Il protagonista è sempre Eddie Felson, Fast Eddie che ritorna ai tavoli dopo un quarto di secolo. Eddie "lo svelto" ha ora cinquant'anni e alle spalle una fama di giocatore logorata. Il presente è un matrimonio fallito e la proprietà di una sala giochi andata alla malora. Eddie tenta così di ritrovare se stesso, riavvitando la sua amata stecca, una Balabushka di legno d'acero e reincontra Minnesota Fats, suo bulimico avversario di un tempo. Ora in lui trova l'amico che lo prende per mano e lo aiuta a ritrovare se stesso nelle sale da gioco, un mondo cambiato con nuovi e voraci protagonisti. Eddie si mette alla prova, con quali sviluppi lasciamolo scoprire ai lettori, anche se l'intreccio si dipana attraverso schemi prevedibili. Ma non è ciò che conta nella trama di Tevis : sarebbe come rimproverare un giallista perché alla fine svela l'autore del delitto.
Più stimolante è seguire Eddie nelle sue peregrinazioni, stargli vicino con mente e cuore, respirare con lui le arie stantie di quelle sale per capire in che modo il panno verde e le biglie colorate esercitino un'irresistibile attrazione sui protagonisti. Eddie giura che è una questione di soldi, il fascino del colore dei soldi che riveste quelle biglie, sia che si chiamino Palla 8, Palla 9 o 125. Tuttavia, guarda caso, pur cercando altri modi di far denaro, è solo dal biliardo e dalle sue dinamiche che Eddie si sente attratto. Quando si avvicina al tavolo l'asciutta prosa di Tevis si riempie di passione, le volute delle biglie, le traiettorie impossibili e gli effetti che solo gli appassionati sanno capire, vengono descritti con un'attenzione maniacale al dettaglio. Anche i non addetti ai lavori finiscono fatalmente per essere coinvolti. Si attende con ansia il colpo e par di avvertire il rumore delle biglie che si dispongono secondo trame volute. Naturalmente si fa il tifo per Eddie alla ricerca della partita della vita ed è difficile resistere alla tentazione di mollare anche noi un cazzotto al giovane e spocchioso avversario. Come ogni grande artigiano dell'intreccio, Tevis lascia che sia la storia a creare il dato emotivo e trattiene la penna con un andamento narrativo essenziale. Con quel rumore di biglie, alzare i toni a nulla servirebbe.
Il biliardo non è solo il tavolo, la stecca, il gesso. E' il terminale di un itinerario attraverso l'America del gioco, da un ambiente chiuso all'altro, tra arredi che celebrano il trionfo del cattivo gusto e che non a caso si contrappongono agli interni minimalisti della upper class universitaria con cui per ragioni di cuore (l'amore per Martha) Eddie viene a contatto. Lui appartiene alle camere d'albergo, ai casinò, ai lunghi corridoi di specchi e di irreali negozietti, "involucri capaci di offrire tutto quello che Eddie poteva chiedere alla vita". Delle catacombe dei consumi Eddie è il monaco, pronto con la stecca posata sul ponte costruito ad arte con le dita. La Palla 9 andrà in buca?
N.B. Entrambi i libri di Tevis sulla storia di Fast Eddie vantano celeberrime trasposizioni cinematografiche: Lo spaccone (1961), interpretato da Paul Newman e Il colore dei soldi, diretto da Martin Scorsese con lo stesso Newman e Tom Cruise. Il secondo film si allontana vistosamente e volutamente dalla traccia di Tevis. Lo spennatore di polli Newman assomiglia più all'astuto Henry Gondorff da lui stesso interpretato ne La stangata che all'Eddie descritto da Tevis.


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