Music Box, prova daccusa - Costa Gravas [XviD - Mp3 - Ita] [TNTvillage]

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Description

Music Box, prova d'accusa - Costa Gravas [XviD - Mp3 - Ita] [TNTvillage]

MUSIC BOX - PROVA D'ACCUSA

Constantin Costa-Gavras.










Titolo originale Music Box
Paese USA
Anno 1989
Durata 124 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere drammatico
Regia Costantin Costa-Gavras
Soggetto Joe Eszterhas
Sceneggiatura Joe Eszterhas
Fotografia Patrick Blossier
Montaggio Joële Van Effenterre
Musiche Philippe Sarde
Scenografia Jeannine Claudia Oppewall, Erica Rogalla

Interpreti e personaggi
Jessica Lange: Ann Talbot
Armin Mueller-Stahl: Mike Laszlo
Frederic Forrest: Jack Burke
Donald Moffat: Harry Talbot
Lukas Haas: Mikey Talbot
Cheryl Lynn Bruce: Georgine Wheeler
Mari Törõcsik: Magda Zoldan
J.S. Block: Judge Silver
Sol Frieder: Istvan Boday
Michael Rooker: Karchy Laszlo

Premi
Festival di Berlino 1990: Orso d'oro




Negli USA, la famiglia Lazlo, di origine ungherese, vive tranquilla a Chicago, finché il nonno, Mike Lazlo, non viene accusato di essere un criminale di guerra nazista, che commise omicidi e stragi in Ungheria.
La figlia, Ann Talbot (che è stata sposata con un americano, poi divorziata), interpretata da Jessica Lange con una inedita capigliatura rosso scuro, è un'affermata avvocatessa e, non credendo alle accuse, difende il padre (che si dichiara vittima di un complotto comunista) a spada tratta. Nel frattempo l'opinione pubblica comincia a interessarsi al caso. Molte persone, seguite e al tempo stesso informate dai mass-media, contestano il vecchio fuori dalla sua abitazione, mentre altre, successivamente, cominciano a manifestare il loro supporto all'imputato credendo che le accuse contro di lui siano una messinscena allestita dal governo ungherese.
Mike è costretto ad ammettere alla figlia, e poi alla Corte, almeno parte delle sue colpe. Lui fece effettivamente parte delle truppe ungheresi affiliate ai nazisti (gendarmeria) ma - a quanto afferma - soltanto in lavori di ufficio, poiché aveva disgusto di quello che facevano gli altri della Squadra Speciale; sostiene di non aver partecipato a quei crimini. Inoltre ammette di essere entrato illegalmente negli USA mentendo sulla propria identità, ma soltanto per sfuggire alle persecuzioni che i comunisti attuavano in patria contro i membri della gendarmeria.
Il processo vede sfilare vari testimoni d'accusa, ed è lungo e doloroso.
Una teste afferma che un giorno Mischa e un altro amico fermarono una donna accusandola di essere ebrea. Lei negò e allora le chiesero: "Se non sei ebrea, di' a tuo figlio di recitare il Padre Nostro". Lei si mise a piangere, loro implacabili le spararono in testa e poi fecero lo stesso al bambino.
Un uomo racconta quanto accadde alla sua famiglia. È un ebreo, che venne prelevato un giorno dal Ghetto di Budapest da una squadra nazista tra cui vi era anche l'uomo conosciuto come 'Mischa' e riconosciuto com Mike Lazlo. Portarono la famiglia al Danubio, in quel freddo giorno d'inverno. La madre inciampò e cadde, loro la colpirono alla testa con il calcio del fucile e la lasciarono lì. Continuarono il cammino, arrivarono alle rive, li fecero spogliare dicendo che li lavavano per uccidere le pulci con l'acqua fredda. In realtà li legarono tre a tre con filo di ferro, poi spararono una pallottola alla testa di uno e buttarono tutti nel fiume. L'acqua del Danubio da blu era diventata rossa. Lui sopravvisse riuscendo a slegarsi, ma perse quel giorno tutta la sua famiglia.
Una donna racconta di come venne avvicinata, ancora ragazzina adolecente, da Mischa e dagli altri della sua squadra. La portarono in una stanza e la violentarono ripetutamente, poi la costrinsero, in mezzo alla neve, a fare flessioni su di una baionetta.
Tutto il processo, ampiamente seguito dai media, viene spostato sul versante politico: i testimoni vengono costantemente messi in dubbio perché sono iscritti al partito comunista o hanno parenti iscritti al partito. Il giudice presta sempre attenzione alle obiezioni della difesa e rigetta quelle dell'accusa. Infine si trova un teste che racconta come il KGB avesse dato vita all'Operazione Arlecchino, che consisteva nel creare documenti falsi per screditare persone sgradite.
Siccome Mike Lazlo, cinque anni prima, si era "fatto notare" per avere contestato pubblicamente un balletto ungherese in tourneé in America, si ipotizza che lui sia vittima di una tale macchinazione, anche quando vengono prodotte prove documentate che lo considerano affiliato al nazismo.
Eppure, Ann Talbot ha saputo che suo padre ha inviato molti soldi in Ungheria, ad un uomo che potrebbe essere l'amico di cui parlano i testimoni. L'unica ipotesi che appare plausibile è che l'amico rimasto a Budapest, caratterizzato da una vistosa cicatrice, abbia ricattato per anni Mike "Mitscha" Lazlo.
L'ultimo atto della vicenda processuale prevede una trasferta a Budapest per interrogare un ultimo teste, che non si può muovere perché gravemente malato. Ma Ann riesce a delegittimare anche questo, e l'avvocato dell'accusa, che ha perso la causa, parla per l'ultima volta con Ann esortandola ad avere almeno dei dubbi (che in realtà lei già nutre) sul padre. Ann si muove per Budapest, recandosi al Ponte delle Catene e in altri luoghi della memoria. Visita la casa dove vive la sorella dell'amico del padre, e in una fotografia appesa alla parete vede che l'uomo aveva davvero la cicatrice sul volto descritta dai testimoni. La donna consegna ad Ann la ricevuta di un banco dei pegni di Chicago, chiedendole di riscattare l'oggetto impegnato da anni. Lei torna in America in preda ai dubbi; si precipita al banco dei pegni e ritira l'oggetto, un carillon. Azionandolo escono foto che ritraggono suo padre accanto alle vittime delle violenze della sua squadra della morte.
Sconvolta, dopo un terribile tormento, lei stessa decide di riaprire il caso e di accusare il padre, che però posto davanti all'evidenza perde la consueta bonarietà e riassume l'antica arroganza, minacciando la figlia che non vuole mai più fargli vedere il nipotino.
Il film finisce con il processo che si riapre, nel clamore dei giornali: Ann ha scelto di far trapelare la verità, per quanto dolorosa.




Thriller processuale cristallino nella sua evoluzione e scontato nell' alternanza inesausta che porta l'indagine e il dibattimento ad un pendolarismo continuo tra l'accumulo di indizi contro il protagonista e la loro confutazione. In questo senso è la quintessenza del genere, perchè costruisce il suo spettatore proprio come il membro di una giuria, soggetto ad esser persuaso di qualcosa e del suo contrario a seconda dell' abilità dell'avvocato e del pubblico ministero. La verità, in questa concezione sofistica della detection, è sempre dalla parte di chi può esprimersi, comunicare, interrogare in pubblico.

Il copione di Eszterhas (il cui stile di sceneggiatura, come in Basic Istinct e Doppio taglio, porta questo approccio ad un sensibile virtuosismo) ha tutto il materiale necessario a sostenere l'azione in aula, ma il colpo di scena del carillon (dal quale il film prende il nome), ha la forza di una verità sorprendente che eclissa tutte le testimonianze, le arringhe e le perizie.
(Mario Sesti, Massimo Sebastiani)







Constantin Costa-Gavras , in greco Konstantinos Gavras (Loutra-Iraias, 12 febbraio 1933), è un regista greco naturalizzato francese.
I suoi film affrontano spesso temi politici e di denuncia sociale.
Iniziò dirigendo film polizieschi poi si dedicò al genere giallo-politico per il resto della sua carriera, spesso affiancato dallo sceneggiatore Jorge Semprun.
Trasferitosi in Francia, e naturalizzatosi francese, nel 1965 gira il thriller Vagone letto per assassini con Yves Montand, uno dei suoi attori preferiti che compare in tutte le sue pellicole girate in Europa.
Con Il 13° uomo (1967), che parla della Seconda guerra mondiale in Francia, e principalmente con Z - L'orgia del potere (1969), in cui affronta la Dittatura dei colonnelli in Grecia, si pone alla critica come un regista profondamente impegnato. Z vince l'Oscar come miglior film straniero.
L'anno successivo esce La confessione con cui Costa-Gavras dipinge uno splendido affresco dei metodi repressivi della dittatura filosovietica che governava la Cecoslovacchia ai tempi della guerra fredda.
Nel 1973 esce L'Amerikano, che denuciava l'appoggio dato dagli U.S.A. ai regimi autoritari del sudamerica. Il film (titolo originale État de siège) fu sceneggiato da Franco Solinas ispirandosi alla vicenda di Anthony Dan Mitrione, ex capo della polizia di Richmond divenuto per conto della C.I.A. "consigliere" U.S.A. di varie polizie sudamericane, che venne rapito e ucciso dai guerriglieri in Uruguay. Venne girato nel Cile socialista di Allende, poco prima del colpo di stato di Pinochet, per beffa del destino appoggiato anch'esso dal governo di Washington.
Del 1975 è L'affare della sezione speciale che parla dei processi del governo di Vichy ed è l'unico suo film che presenta un cast molto etereogeneo con: William Holden, Renato Salvatori, Burt Lancaster, Orson Welles, Alain Cluny e Michel Piccoli.
Missing - Scomparso (1982) è ambientato nel Cile subito dopo il colpo di stato di Pinochet. Charles Horman è un giornalista americano che scompare misteriosamente, suo padre (interpretato magistralmente da Jack Lemmon) e sua moglie (Sissy Spacek) cercheranno di scoprire cosa gli sia successo. Le musiche del film sono del suo connazionale Vangelis.
Ottiene un nuovo grande successo nel 1989 con il film Music Box - Prova d'accusa (dove dirige Jessica Lange), pellicola che racconta il rapporto tra un ex criminale di guerra nazista ungherese che vive negli Stati Uniti e la figlia avvocato che prima lo difende e lo fa assolvere credendolo innocente e poi scopre la verità.















General
Complete name : Music Box, prova d'accusa - Costa Gravas [XviD - Mp3 -Ita] [TNTvillage].avi
Format : AVI
Format/Info : Audio Video Interleave
File size : 1.28 GiB
Duration : 2h 0mn
Overall bit rate : 1 516 Kbps
Writing library : VirtualDub build 18160/release

Video
ID : 0
Format : MPEG-4 Visual
Format profile : Advanced [email protected]
Format settings, BVOP : Yes
Format settings, QPel : No
Format settings, GMC : No warppoints
Format settings, Matrix : Default (MPEG)
Codec ID : XVID
Codec ID/Hint : XviD
Duration : 2h 0mn
Bit rate : 1 426 Kbps
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Height : 288 pixels
Display aspect ratio : 2.40:1
Frame rate : 25.000 fps
Resolution : 8 bits
Colorimetry : 4:2:0
Scan type : Progressive
Bits/(Pixel*Frame) : 0.281
Stream size : 1.20 GiB (94%)
Writing library : XviD 0039 build=2005.09.16 (UTC 2005-09-16)

Audio
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Format : MPEG Audio
Format version : Version 2
Format profile : Layer 3
Format_Settings_Mode : Joint stereo
Codec ID : 55
Codec ID/Hint : MP3
Duration : 2h 0mn
Bit rate mode : Constant
Bit rate : 80.0 Kbps
Channel(s) : 2 channels
Sampling rate : 24.0 KHz
Video delay : 31ms
Stream size : 68.9 MiB (5%)
Alignment : Split accross interleaves
Interleave, duration : 40 ms (1.00 video frame)
Interleave, preload duration : 500 ms

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udp://tracker.1337x.org:80/announce
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