[PDF - ITA] Venanzio Gibillini - Warum gefangen

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VENANZIO GIBELLINI

WARUM GEFANKEN ?

Ricordi della deportazione 1944-1945


:::->COPERTINA<-:::



:::->DETTAGLI<-:::

Autore: Venanzio Gibellini
Titolo: Warum gefangen ?
Pagine: 36
Anno: 2011
Nazionalità: Italia
Genere: Diario
Dimensione della cartella: 624,83 Kb
Formato: PDF

:::->L'AUTORE<-:::

Nasce nel 1924 in Francia e l’anno successivo la famiglia rientra a Milano. Nell’agosto del ’43,

chiamato al servizio militare, viene assegnato alla 23° Fanteria Vercelli. Disertore alla leva

dopo l’8 settembre, rientra a Milano dove trova lavoro presso il Deposito Locomotive di Milano-

Greco. In seguito ad atti di sabotaggio allo stesso Deposito, il 4 luglio del ’44 viene

arrestato, portato nel carcere di San Vittore e trasferito in Germania, prima nel lager di

Flossenburg, al confine cecoslovacco, poi in quello di Kottern (matricola 116361), sottocampo di

Dachau. La sua liberazione avviene a Pfronten il 27 aprile 1945 durante una marcia di

trasferimento, una "marcia della morte" durata due giorni.

:::->WARUM GEFANGEN ?<-:::

‘Giba’ non aveva aderito alla Repubblica di Salò e fu arrestato. Lo portano a San Vittore, dove

tre raggi erano per i detenuti comuni e altri tre in mano alle S.S. Venanzio passa 20 giorni in

segregazione (ma arrivavano ugualmente i bigliettini di conforto che, dopo averli letti, li

doveva mangiare) alimentato da una gamella d’acqua e un piatto di pasta e fagioli fino al giorno

dell’interrogatorio. Gli viene offerta una sigaretta ‘Serraglio’ e malmenato. Alla fine la

sentenza: ti manderemo in Germania a lavorare e manderai a casa i soldi alla tua mamma”.
LAGER: ANDATA E RITORNO
Da San Vittore, il 17 agosto 1944, Venanzio Gibillini viene deportato nel lager di Bolzano e poi

trasferito a Flossembürg. Dopo le procedure di ingresso e selezione, come meccanico viene

inviato a Kottern (un sottocampo di Dachau) dove lavora in un capannone per la Messerschmitt. Il

25 aprile, essendo prossimo l’arrivo degli Alleati, i deportati vengono incolonnati in quella

che è passata alla storia come ‘Marcia della Morte’. Venanzio Gibillini non piega le gambe e

resiste fino a Frontern, dove le S.S. abbandonano i deportati lasciandoli liberi. Inizia il

ritorno verso l’Italia attraverso l’Austria fino al suo rientro a Milano. La testimonianza è sul

sito www.lageredeportazione.org. In particolare, l’intera esperienza è nel libro ‘Warum

gafangen? Ricordi della deportazione 1944-45 (www.deportati.it/librionline/default.html).
VENANZIO GIBELLINI INCONTRA INDRO MONTANELLI
Venanzio Gibellini viene arrestato nel mese di giugno 1944 al deposito locomotive di Milano-

Greco dove lavorava perché accusato di sabotaggio. Nell’Ufficio Matricola di San Vittore (dove

vengono raccolti i dati anagrafici e consegnati gli effetti personali) incontra Indro Montanelli

che era stato arrestato il 9 maggio. Della vicenda resistenziale del grande giornalista-

scrittore si è scritto molto e, recentemente, Renata Broggini ha disegnato un Montanelli come

‘manipolatore della propria biografia’ secondo la legge giornalistica, da lui stesso inventata:

“Quel che conta è che l’invenzione sia verosimile”. Anche il rapporto sbandierato da Indro

Montanelli con Filippo Beltrami (caduto a Megolo il 13 febbraio 1944 e del quale parliamo a pag.

18) è subito contestato dalla vedova, Giuliana Gadola, e da altri. Senza però ottenere ascolto,

perché nel dopoguerra, la parola di ontanelli non si discuteva, ‘era storia’.

:::->RINGRAZIAMENTI<-:::

© ANED - Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti
L'Aned ringrazia gli autori e gli editori che hanno autorizzato la riproduzione di questi testi

e coloro che hanno lavorato alla loro digitalizzazione.
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fondamentale testo; Gianluca Piccinini per essersi incaricato volontariamente del gravoso

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