Titolo originale: Selma
Paese: Stati Uniti
Anno: 2014
Durata: 128 minuti
Genere: Drammatico, biografico
Sceneggiatura: Paul Webb
Fotografia: Bradford Young
Montaggio: Spencer Averick
Musiche:
Scenografia: Kim Jennings
Costumi: Ruth E. Carter
Trucco: Louisa V. Anthony, Pierce Austin, Andrea C. Brotherton, Char Coats-Crump, Theresa A. Fleming e altri
Effetti speciali Caius Man, Scott Willis
Produttore: Christian Colson, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Oprah Winfrey
Produzione: Cloud Eight Films, Celador Films, Harpo Films, Pathé, Plan B Entertainment
Distribuzione: Notorius Pictures
Sito ufficiale: www.selmamovie.com
Data di uscita: 12 Febbraio 2015 (al cinema)
Nella primavera del 1965 una serie di eventi drammatici cambiò per sempre la rotta dell’America e il concetto moderno di diritti civili, quando un gruppo di coraggiosi manifestanti, guidati dal Dr. Martin Luther King Jr., per tre volte tentò di portare a termine una marcia pacifica in Alabama, da Selma a Montgomery, con l’obiettivo di ottenere l’imprescindibile diritto umano al voto. Gli scontri scioccanti, la trionfante marcia finale e il passaggio del Voting Rights Acts del 1965 che seguirono sono ora un’incancellabile parte della storia. Ma la storia assolutamente rilevante e umana di Selma - dalle battaglie politiche negli uffici del potere, alla determinazione e alla fede della gente nelle strade, alla battaglia interiore che il Dr. King ha dovuto affrontare nel privato - non è mai stata raccontata sullo schermo.
Il primo film incentrato sulla figura del reverendo Martin Luther King è, paradossalmente - come già 12 anni schiavo - più inglese che americano: dalla Gran Bretagna provengono buona parte della produzione, il protagonista David Oyelowo, lo sceneggiatore Paul Webb e due attori che interpretano storici personaggi americani, Tom Wilkinson (il presidente Lyndon B. Johnson) e Tim Roth (il governatore dell'Alabama, Wallace). Certo, la regista è americana, così come il resto del cast e la potentissima attrice/anchorwoman/produttrice e miliardaria Oprah Winfrey, che ha molto per cui essere grata ed è sempre presente in questo genere di operazioni. Ma è come se, da soli, gli americani (bianchi) proprio non ce la facessero a raccontare gli aspetti meno eroici della loro storia o non volessero investire nella perpetuazione della loro memoria, quando questa è scomoda e ancora irrisolta.
Il film racconta le tre storiche marce guidate nel 1965 dal reverendo King e altri religiosi esponenti del movimento non violento, nel tentativo di arrivare da Selma alla capitale dell’Alabama, Montgomery, per rivendicare il diritto di voto con la registrazione nelle liste elettorali, da cui di fatto se non di diritto i neri erano esclusi negli Stati ancora razzisti e sgregazionisti del Sud, che rispondevano a ogni tentativo di rivendicarlo con omicidi, attentati e repressioni violente. Le marce furono fatte nel tentativo di forzare la mano al presidente Johnson, che aveva emanato l’anno prima il Civil Rights Act ma che mal si muoveva nel clima esacerbato del periodo, che gli richiedeva di disperdere le sue energie su più fronti. King sapeva però che non si poteva aspettare oltre: contraltare cristiano alla risposta violenta propugnata da Malcolm X e dal suo movimento, era però tutt’altro che disposto a cedere o ad aspettare diplomaticamente tempi migliori. Fu così che, mettendo a rischio la sua vita, decise pur tra dubbi e discussioni con gli altri aderenti alla protesta, di andare avanti con la marcia, vissuta dai politici, dalla gente e dalla polizia locale come una intollerabile provocazione. Quando domenica 7 marzo 1965 i manifestanti arrivarono alla fine dell’Edmund Pettus Bridge, la polizia, schierata in assetto da battaglia, senza alcuna provocazione caricò violentemente uomini, donne, vecchi e bambini, lasciando al suolo un morto e oltre 50 feriti. La “Bloody Sunday” di Selma fu portata dalla tv in tutte le case americane e l’indignazione che salì nel paese fece sì che alla marcia successiva ci fossero persone di ogni religione e colore, ma stavolta di fronte all’apparente remissività delle forze dell’ordine fu King a rinunciare e a tornare indietro. Fino a che Johnson si decise a votare il Voting Right Act federale e i manifestanti guidati dal reverendo arrivarono finalmente a Montgomery per festeggiare la vittoria e rendere omaggio ai caduti.
Selma mostra tutto questo e altro: l'influenza del direttore dell’FBI E. J. Hoover, l’offerta di aiuto di Malcolm X (assassinato di lì a poco nel febbraio 1965), i contrasti interni al movimento, i drammi delle persone coinvolte, la violenza bruta sugli inermi, la grande forza e coraggio di uomini disposti ad andare anche incontro alla morte pur di affermare i propri inalienabili diritti. La sceneggiatura ci presenta il reverendo King come un leader coscienzioso, logorato dalla lotta e lacerato sulle scelte da compiere, ma determinato e presago del suo sacrificio futuro. Ci mostra anche le sue umane debolezze e le sue imperfezioni, entrando nel merito del rapporto con l’amata (ma tradita) moglie Coretta. David Oyelowo, nella vita fervente cristiano e convinto di essere predestinato a interpretare Martin Luther King, ne offre un ritratto mimetico, più umano che mitico.
Quello che manca a Selma per essere un capolavoro del cinema civile è a parer nostro la capacità di mantenere inalterato il pathos: il ritmo e l’urgenza si disperdono tra le pagine del copione verboso e teatrale di Webb, alternando momenti coinvolgenti di grande forza cinematografica al tentativo (e alla difficoltà oggettiva) di riassumere un dibattito politico e storico così complesso in un film di due ore.
Selma copre un importante vuoto e ha tutti i tasselli al posto giusto, a partire dal cast, dove non manca nemmeno un cammeo dell’attore più liberal di Hollywood, Martin Sheen. E' un'opera istruttiva con un sicuro valore didattico, da proporre in un ideale double bill storico assieme a Lincoln (non a caso cosceneggiato da Webb). E se tutto questo non è un motivo sufficiente per gridare allo scandalo o alla discriminazione per l’assenza di Ava DuVernay tra i registi candidati all’Oscar, ci dispiace comunque non trovare David Oyelowo nella cinquina dei migliori attori.
Code:
Generale
Nome completo : Selma.La.Strada.Per.La.Libertà.2014.iTALiAN.AC3.BDRip.XviD-RDF[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
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Bitrate totale : 1.949 Kbps
Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2540/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2540/release
Video
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Formato : MPEG-4 Visual
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Durata : 2o 8min
Bitrate : 1.300 Kbps
Larghezza : 720 pixel
Altezza : 304 pixel
Rapporto aspetto visualizzazione : 2,35:1
Frame rate : 24,000 fps
Frame rate originale : 23,976 fps
Spazio colore : YUV
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Tipo scansione : Progressivo
Modo compressione : Con perdita
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Compressore : XviD 66
Audio
ID : 1
Formato : AC-3
Formato/Informazioni : Audio Coding 3
Estensione modo : CM (complete main)
Impostazioni formato, Endianness : Big
ID codec : 2000
Durata : 2o 8min
Modalità bitrate : Costante
Bitrate : 640 Kbps
Canali : 6 canali
Posizione canali : Front: L C R, Side: L R, LFE
Sampling rate : 48,0 KHz
Profondità bit : 16 bit
Modo compressione : Con perdita
Dimensione della traccia : 587MiB (33%)
Allineamento : Audio splittato
Durata intervallo : 42 ms (1,00 frame)
Intervallo pre caricamento : 500 ms