Deep Purple - Infinite (2017) 320Kbps-Mp3-Metal,Rock[MT]

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Deep Purple - Infinite (2017)[MT]
  • Cover.jpg (853.2 KB)
  • 02 - Hip Boots.mp3 (7.8 MB)
  • 04 - One Night in Vegas.mp3 (7.8 MB)
  • 07 - Johnny's Band.mp3 (8.9 MB)
  • 05 - Get Me Outta Here.mp3 (9.2 MB)
  • 08 - On Top of the World.mp3 (9.3 MB)
  • 01 - Time for Bedlam.mp3 (10.5 MB)
  • 03 - All I Got is You.mp3 (10.8 MB)
  • 09 - Birds of Prey.mp3 (13.3 MB)
  • 06 - The Surprising.mp3 (13.7 MB)
  • 10 - Roadhouse Blues.mp3 (13.8 MB)

Description













Titolo Album: Infinite
Artista: Deep Purple
Data di pubblicazione: 7 aprile 2017
Durata:
Genere: Metal, Rock
Dischi: 1
Tracce: 14
Produttore: Bob Ezrin
Etichetta: earMUSIC




01 - Time for Bedlam 04:35
02 - Hip Boots 03:23
03 - All I Got Is You 04:42
04 - One Night in Vegas 03:23
05 - Get Me Outta Here 03:58
06 - The Surprising 05:57
07 - Johnny's Band 03:51
08 - On Top of the World 04:01
09 - Birds of Prey 05:47
10 - Roadhouse Blues 06:01
11 - Paradise Bar 04:10
12 - Uncommon Man (Instrumental Version) 06:58
13 - Hip Boots (Rehearsal, Ian Paice Recording) 04:00
14 - Strange Kind of Woman (Live in Aalborg) 05:46








Rod Evans (voce), Nick Simper (basso), Jon Lord (tastiere), Ritchie Blackmore (chitarra) e Ian Paice (batteria), la cosiddetta "Mark 1 line-up", nel 1968 debuttano con "SHADES OF DEEP PURPLE. Un discreto successo arriva coi successivi singoli: "Hush" – cover di Joe South - e "Kentucky woman" di Neil Diamond. Nel 1969 escono THE BOOK OF TALIESYN e DEEP PURPLE. Il fallimento della casa discografica americana è decisivo per alcuni ripensamenti nel gruppo, e Simper e Evans vengono sostituiti da due membri degli Episode 6, Ian Gillan e Roger Glover.
La band tenta dapprima la strada "progressiva" cara a Lord con CONCERTO FOR GROUP AND ORCHESTRA, ma Glover e Blackmore spingono per inseguire i Led Zeppelin nella corsa all'enfatizzazione "hard-rock" dei giri di blues, e con questo spirito viene realizzato DEEP PURPLE IN ROCK, i cui singoli "Speed King" e "Child in time" conquistano il pubblico, così come i successivi singoli "Black Night" e "Strange Kind Of Woman". Nel 1971 FIREBALL consolida la loro reputazione hard, e nel 1972, il superclassico del rock "Smoke on the water" proietta l'album MACHINE HEAD e i Deep Purple ai vertici delle classifiche. MADE IN JAPAN – il disco successivo – esce nello stesso anno.
Nonostante il successo, la band comincia a essere affaticata dalla dimensione live. Il deludente WHO DO YOU THINK YOU ARE (1973) induce Ian Gillan – sostituito poi con David Coverdale - a lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista. Nel 1974 anche Glover lascia il gruppo, sostituito da Glenn Hughes. La line-up di BURN e STORMBRINGER (1974) non dura molto: Blackmore litiga con Coverdale e lascia il gruppo per dar vita ai Rainbow. Lord e Paice chiamano allora un nuovo chitarrista, Tommy Bolin, che muore purtroppo di overdose nel 1976. Nello stesso anno, i Deep Purple terminano la propria avventura insieme. Glover si unisce ai Rainbow, e Coverdale e Paice formano i Whitesnake. Ian Gillan - dopo una collaborazione coi Black Sabbath - forma la propria band.
Con l'esaurirsi delle fortune di questi progetti, nel 1984 il gruppo ritorna insieme per PERFECT STRANGERS, che riceve ottimi riscontri di critica e pubblico. Nel 1987 Gillan si dichiara poco convinto di THE HOUSE OF BLUE LIGHT: questo porta dei dissapori con gli altri membri causandone l’allontanamento. A lui subentra Joe Lynn-Turner. Il gruppo somiglia molto ai Rainbow, e le scarse vendite di SLAVES & MASTERS del 1990 induce i Deep Purple a riprovare con Gillan, nonostante continuino a esserci delle tensioni tra lui e Blackmore, che però lascia durante il tour di THE BAGGLES RAGES ON… On" (1993), con Joe Satriani al suo posto.
Nel 1996, con Steve Morse come chitarrista, esce PURPENDICULAR. Nel 1998 la stessa formazione propone ABANDON, mentre il 25 e 26 Settembre 1999, i Purple - con alla chitarra un giovane Steve Morris – registrano un live alla Royal Albert Hall di Londra.
Successivamente esce SHADES 1968- 1998, che contiene brani famosi, demo, live e tracce inedite scelte durante il corso degli anni. Nel corso della fine degli anni Novanta e nei primi del 2000 vengono pubblicate diverse raccolte come MACHINE HEAD 25TH ANNIVERSARY e FRIENDS & RELATIVES (2007). Nel 2003, i Deep Purple realizzano BANANAS il loro primo album in studio dopo cinque anni; nel luglio 2005 la band suona invece al Live 8 sul palco del Park Place in Ontario e in ottobre dello stesso album esce RAPTURE OF THE DEEP a cui segue il relativo tour.
Dopo otto anni dall’ultimo lavoro di inediti, nel 2013 esce NOW WHAT?? – album dalla lunga gestazione e inevitabilmente dedicato allo scomparso Jon Lord, deceduto nell’estate del 2012.
Nell'aprile 2016 i Deep Purple sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame.
Opera ultima pubblicata lo scorso aprile "Infinite".


Discografia essenziale:
1970 - Concerto for group and orchestra
1970 - In rock
1971 - Fireball
1972 - Machine head
1973 - Made in Japan
1974 - Burn
1984 - Perfect strangers
1987 - The house of blue light
1990 - Slaves and masters
1993 - The battle rages on
1994 - Come hell or high water
1996 - Purpendicular
1997 - Live at the Olympia
1998 - Abandon
1999 - In concert with the London Symphony Orchestra
2000 - Live at the Royal Albert Hall
2003 - Bananas
2005 - Rapture of the deep
2006 - Live 1993
2007 - The friends and relatives album
2013 - Now what?!
2017 - Infinite


Sito ufficiale dei Deep Purple:  url= http://www.deeppurple.com/ [b]



[b] C’è un’inedita maturità nel nuovo corso dei Deep Purple. Una consapevolezza che porta con sé anche una seria certezza sul futuro. Già, perché di eterno forse c’è solo la musica, ma i suoi artefici per quanto inossidabili, purtroppo non lo sono affatto. Segni del tempo che, inesorabili, si fanno sentire anche sulla pelle della longeva formazione britannica, sopravvissuta a tutto, persino a se stessa e al suo mito. Quando il momento di chiudere definitivamente il cerchio sembra essere davvero prossimo, succede che questi consumati veterani qualche colpo riescono ancora a metterlo a segno. Sì, perché il nuovo “InFinite” racchiude il meglio degli ultimi due decenni marchiati DP, con la strana combinazione di un disco che si appella all’infinito e di un conseguente tour in partenza dal nome significativo di “The long goodbye”. Ciò che potrebbe apparire una contraddizione di intenti, per quanto incoerente suona a tutti gli effetti realistica quando l’età inizia a farsi sentire con una certa prepotenza.
Incuranti delle recriminazioni che da almeno vent’anni a questa parte vengono loro mosse contro - senza la voce che ormai non è più quella di una volta, privati di un Blackmore ormai desaparecido e orfani del compianto Jon Lord, i Deep Purple non avrebbero più ragione di essere - la compagine non depone le armi e, anzi, respinge le obiezioni al mittente con un eccellente mix di dedizione e tenacia, realizzato con passione da un gruppo che non mai mollato il colpo e che, nonostante inevitabili acciacchi, defezioni e liti furibonde, ci crede ancora tantissimo e ha ragione da vendere.
Con la stessa intesa sperimentata nel fortunato “Now what?!” del 2013, arrivato dopo una serie di prove che faticavano a trovare la giusta continuità, Ian Gillan e soci bissano la carta del disco equilibrato e diretto, con risultati se possibile ancora migliori del precedente. Per carità, non si tratta di un’opera rivoluzionaria, la certezza di fondo è che gli anni migliori sono da ricercarsi altrove, ma questo “InFinite” ha in sé quel fuoco che sembrava ormai compromesso da una sequela di album non proprio indimenticabili.
La voce robotica con cui si apre l’iniziale “Time for bedlam”, introduce fin dalle prime battute un elemento di novità che spiazza non poco, inserendo un singolare tocco di retro-modernità in un brano - e in un lavoro in generale - che non ha bisogno di curarsi troppo delle mode. La sequenza procede spedita e, pur se con qualche congenito e necessario manierismo, mette in mostra tutta la qualità e l’esperienza dei musicisti, da un’inconsueta e piacevole leggerezza recuperata in “Johnny’s band”, alla più diretta “Hip boots”, fino all’apice di “The surprising”, che tra malinconia e impeto si apre in una muscolare trama strumentale che mette in evidenza la caratura dei “nuovi” Don Airey e Steve Morse, veri protagonisti di questa ennesima primavera del gruppo. La chiusura spetta a una smaliziata “Roadhouse blues” a dimostrazione che i cinque continuano a sudare e a divertirsi con la musica, esattamente come ragazzini agli esordi.
In cabina di regia, poi, ancora una volta è di stanza Bob Ezrin, già alla corte di Alice Cooper, Pink Floyd e degli stessi Deep Purple, l’uomo in grado di dirigerli al pari di un direttore d'orchestra (e all’occorrenza anche ammonirli, come mostrato nel dvd extra “From here to InFinite” incluso nell’edizione espansa del disco, che ne documenta la realizzazione e il dietro le quinte), trasmettendo una freschezza per nulla scontata a canzoni costruite intorno a jam session. Così come raccontato dagli stessi Ian Paice e Roger Glover nel corso della nostra intervista, la sensazione generale infatti è di avere a che fare con una band che non si pasce del proprio passato ma suona ancora con una grinta e un entusiasmo che a settanta anni suonati sarebbe anche lecito non aspettarsi più.
Non c’è dubbio che l’età dell’oro è ormai perduta, ma questi vecchi signori non ci abbagliano vendendoci un improbabile elisir di eterna giovinezza, anzi, si mostrano fieri di quello che sono oggi e di ciò che la loro competizione artistica ha generato, con tutte le rughe e l’esperienza del caso, dando prova certa di essere arrivati fino a questo punto con una lucidità e un tiro assolutamente invidiabili. Che l’avventura sia arrivata sul serio al capolinea non è ancora dato saperlo con certezza, la decisione finale, a detta degli stessi interessati, sarà presa al momento giusto, ma se questa è l’ultima tappa di una storia quasi infinita, i Deep Purple, pur se con qualche osso rotto, non possono che uscire di scena a testa alta, ricchi di quella consapevolezza tipica dei saggi e degli uomini navigati.





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Code:

Generale
Nome completo                           : Deep Purple - Infinite (2017)[MT]\01 - Time for Bedlam.mp3
Formato                                 : MPEG Audio
Dimensione                              : 10,5MiB
Durata                                  : 4 min 34s
Modo bitrate generale                   : Costante
Bitrate totale                          : 320 kb/s
Album                                   : inFinite
Traccia                                 : Time for Bedlam
Traccia/Posizione                       : 01
Esecutore                               : Deep Purple
Genere                                  : Metal, Rock
Data registrazione                      : 2017
Compressore                             : LAME3.99r
Copertina                               : Yes
Tipo di copertina                       : Cover (front)
Copertina MIME                          : image/jpeg

Audio
Formato                                 : MPEG Audio
Versione formato                        : Version 1
Profilo formato                         : Layer 3
Modo                                    : Joint stereo
Durata                                  : 4 min 35s
Modalità bitrate                        : Costante
Bitrate                                 : 320 kb/s
Canali                                  : 2 canali
Frequenza campionamento                 : 44,1 kHz
Modo compressione                       : Con perdita
Dimensione della traccia                : 10,5MiB (100%)
Compressore                             : LAME3.99r
Impostazioni compressione               : -m j -V 4 -q 3 -lowpass 20.5


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udp://tracker.openbittorrent.com:80/announce
udp://tracker.publicbt.com:80/announce
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